trilogia mentale

UN DESTINO COMUNE: GIANFRANCO E JUNA


Ieri accettando la notifica d'invito a far visita al Blog di un amico mi sono ritrovata con intensa partecipazione e non poca commozione a leggere la storia del cane Theo e del caporale Liam Tasker morti poche settimane or sono in Afghanistan.Doveva esserci un richiamo particolare ieri perché girovagando in rete mi sono imbattuta in un'altra storia, per molti versi simile a quella letta nel blog di massimocoppa, i cui protagonisti sono ancora una volta un uomo e il suo miglior amico a quattro zampe, uniti da un destino comune.Desidero condividerla con Voi e quindi mi accingo a riportarvela:Un'amicizia durata 15 anni, quella tra il cane Juna e il suo padrone. Terminata con la morte di entrambi, lo stesso giorno e per lo stesso male. Juna, un cane meticcio grande e peloso, una femmina, incrocio con un lupo, è morta domenica scorsa a Terni per le conseguenze di una grave forma d' asma, mentre ad alcuni chilometri di distanza, in ospedale, anche il suo padrone cedeva alla stessa malattia.Gianfranco Brillantini, 67 anni, molto conosciuto nell'ambiente sportivo della città umbra dove ha a lungo gestito un bar, e l' animale, avevano formato un binomio inseparabile. Juna era sempre con lui, accanto a lui, a casa come al bar, dove tutti la conoscevano e le volevano bene.Così, quando l' uomo si ammalò e venne ricoverato per la prima volta in ospedale, la cagna più volte scappò di casa per raggiungerlo. ''Era diventata la mascotte dello ospedale'' racconta oggi la moglie dell'uomo. Riuscendo ad eludere i controlli del personale dell'ospedale, riusciva a raggiungere la camera dove il suo padrone era ricoverato e si sistemava, immobile, ai piedi del letto.Allora gli infermieri chiudevano la porta per evitare che non si allontanasse e telefonavano alla moglie di Brillantini, che veniva a recuperarla. Ma ogni volta, quando la signora le metteva il guinzaglio e tentava di trascinarla fuori dalla camera, Juna puntava i piedi e cominciava a lamentarsi.Dopo qualche tempo, il cane cominciò a stare male. I suoi padroni la portarono da un veterinario il quale constatò che soffriva della stessa malattia del padrone. Il veterinario consigliò addirittura di somministrare all' animale le stesse medicine.Poi le condizioni di Brillantini peggiorarono e l'uomo dovette restare per diverso tempo in ospedale. Juna dovette a questo punto separarsi dal suo amato padrone, poiché nel frattempo la famiglia si era trasferita in una zona piuttosto distante dall' ospedale.Inoltre, piano piano, anche la malattia dell'animale diventò più grave. E quando, di recente, la situazione di Brillantini è diventata drammatica, e l'uomo, dal suo letto di ospedale, ha cominciato a rifiutare il cibo, anche il cane, a qualche chilometro di distanza, accoccolato nella sua cuccia, lontano dal padrone, ma così intimamente legato a lui, ha cominciato a non mangiare. E domenica se ne sono andati entrambi. Gianfranco Brillantini, prima, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e fra i suoi amici della tifoseria ternana. Juna, ormai vecchia, poco dopo, finita dalla stessa malattia, a 15 anni di età.Il comune destino li ha uniti oltre la vita.