trilogia mentale

PIRATI DEL TERZO MILLENNIO SUPER TECNOLOGICI


Tra fantasia e realtà, dal galeone di Capitan Uncino in Peter Pan alla "Maledizione della Prima Luna", i Pirati fanno parte della nostra storia da sempre: oggi più che mai, visto che navigano anche in rete... anche se, questo articolo, si focalizza sui pirati di mare e non su quelli informatici.
A poche settimane di distanza dalla liberazione della "Rosalia D'Amato" un'altra nave italiana è stata sequestrata dai pirati. Si tratta della nave mercantile "Enrico Ievoli" che dovrebbe essere ancorata al largo di Dhinooda, di fronte alle coste della Somalia. Sono ore di grande inquietudine per le famiglie dell'equipaggio perché da qualche giorno non giungono segnali radio dalla nave. Un silenzio che potrebbe far parte delle strategie dei sequestratori, il cui unico obiettivo è quello di ottenere il pagamento del riscatto. "I membri dell'equipaggio stanno bene", aveva comunicato il 30 dicembre il capitano alla società armatrice Marnavi. Sulla Ievoli viaggiano 18 marittimi, sei dei quali siciliani.MA CHI SONO I PIRATI DEL TERZO MILLENNIO E COME AGISCONO?Il modello somalo ha fatto scuola negli ultimi anni la pirateria si è trasformata non più bande isolate di predoni con poche decine di adepti ma una complessa organizzazione imprenditoriale ad alta tecnologia con migliaia di addetti che dilaga ben oltre il Corno d'Africa.  Dal Sudan meridionale fino alla Tanzania e alle Seychelles ma anche al largo della Nigeria con episodi dalla Mauritania al Congo poi a Oriente con epicentro tra Sumatra e la Malesia e in Sud America.Da qualche decina di attacchi nel mondo prima del 2006 a quasi 450 dello scorso anno con circa 1000 marinai sequestrati e un costo stimato tra i sette e i dodici miliardi di dollari, il 90% ruota attorno al Corno d'Africa dove transitano 30.000 mercantili difesi da più di 50 navi da guerra.Il covo, anzi la capitale industriale della moderna pirateria è il Puntland, la regione autonoma della Somalia con città fortezza come Eyl e Harardhere.I pirati sono organizzati come imprese private, racconta il rapporto dell'ONU, ci sono finanziatori e sponsor che procurano barche veloci, carburante, armi, sistemi di comunicazione e di localizzazione ultra moderni. Dalle navi madri che incrociano al largo, individuata la preda, si staccano due o tre barchini veloci ciascuno con cinque o sei giovani tra i 17 e i 32 anni armati di mitra e lancia granate che si definiscono "diavoli". Il primo di loro che prende possesso di nave ed equipaggio conquista un premio extra, in genere un lussuoso fuoristrada.