trilogia mentale

VOTO UTILE: MA A CHI?


Non sono un'esperta di politica e ancor meno una politicante, posso definirmi curiosa questo sì, di una curiosità finalizzata alla conoscenza, alla comprensione. Mi affaccio sul mondo senza preclusione alcuna alla ricerca di risposte che spesso, confesso, non trovo. In questo momento, nonostante le distrazioni offerte da altri avvenimenti (dalle dimissioni del Papa a Sanremo) la maggior parte degli italiani, si spera, siano interessati alle ormai vicine elezioni politiche.Questa mia "elucubrazione mentale" è il risultato di una riflessione nata dopo l'intervento di Crozza a Sanremo che, a prescindere dai fischi o dagli applausi, dal fatto che può essere piaciuto o meno, ha fotografato, rendendo l'immagine pubblica, una verità innegabile: la non credibilità di alcuni esponenti politici.
Sono 184 i simboli ammessi definitivamente, 45 liste non coalizzate e 4 coalizioni di liste, un esercito di formazioni in un Paese dove la politica è un lavoro nel quale l'unica cosa non richiesta è il curriculum, eppure per quello che si vede, si sente o si legge, pare che la disputa elettiva sia limitata a soli sei schieramenti e loro principali rappresentanti ovvero: Monti, Bersani, Ingroia, Berlusconi, Grillo e Giannino. E gli altri 178? Fatta eccezione di qualche messaggio autogestito non mi è parso di vederli ospiti a trasmissioni di una certa rilevanza anche solo per poter meglio conoscere le linee guida dei loro programmi o sbaglio?... Eppure se è vero che la maggioranza degli italiani è stanca di questa politica, di questi politicanti, non dovrebbe discostarsi dal vecchio e guardare al nuovo quantomeno per dar vita ad un progetto di rinascita? E come fanno a conoscere il nuovo se non c'è, fatta eccezione di qualche emittente locale o sconosciuta ai più e di internet,  chi presenta il nuovo e ciò che propone? Sta di fatto che, anche se nelle reti televisive più diffuse non se ne parla, questi partiti esistono e sono la risposta alla sempre più pressante voce del popolo che pur dicendosi stanca della solita minestra trita e ritrita, si ritrova a subire passivamente i messaggi che le vengono propinati, il cui fine ultimo è quello d'indirizzare l'elettore a votare per il meno peggio tra i più pubblicizzati. Certo fanno eccezione quelli che hanno un orientamento politico ben definito, per i quali nutro profonda ammirazione (almeno hanno un credo, un punto di riferimento ben designato), che son sicura vi siano così come son certa non rappresentino la maggioranza.Le domande che ora mi pongo, da elettrice sempre più confusa e disorientata, sono due:1) Si parla tanto di voto utile ma quando un voto può definirsi tale e soprattutto utile per chi? 2) Quale politico e quale partito dovremmo votare alle prossime elezioni in cambio di promesse e chiacchiere che non rimangano soltanto slogan elettorali?Siamo nell'era della comunicazione, dove l'informazione o meglio l'altra informazione è a portata di click; individuare qualcuno meritevole della nostra fiducia è come cercare l'ago nel pagliaio ma volendo si può. Votare avendo consapevolezza di ciò che si vota equivale a serietà, integrità morale, impegno civile e per poterlo fare è necessario conoscere, valutando con la propria testa, secondo soggettivi criteri di identificazione a chi elargire il proprio voto. Questo vuol dire democrazia altrimenti meglio parlare di oligarchia!In una società civile e responsabile, oggi più che mai andare a votare è una necessità, un dovere ancor prima che un diritto e se si vuole guardare al cambiamento allora è bene scrollarsi di dosso quel pensiero oligarchico che ci viene propagandato come unica soluzione prendendo seriamente in considerazione la possibilità di contribuire a cambiare un sistema che ormai ha fatto il suo tempo e nel quale nessun cittadino onesto e per bene si riconosce più. Ecco allora che recandoci alle urne il voto sarà utile e non sprecato anche in assenza di vittoria.Concludo, rammentando di aver letto parte un discorso di Bob Kennedy che più o meno diceva così: "Quando la vita sorride si può essere indifferenti al governo in carica; però dalle politiche e dalle leggi che si fanno possono dipendere la speranza e la disperazione di milioni di persone nel proprio paese e, in parte, anche di miliardi di persone al di fuori di esso." Come a dire che non tutti i cittadini devono fare politica attiva in ogni momento della vita ma che nessuno dovrebbe, in alcuni momenti della vita disinteressarsene completamente.P.S. Dimenticavo, su una cosa non sono confusa: non mi piacciono le coalizioni di liste, ho appurato, da ignorante in materia, che in un modo o nell'altro degenerano sempre.cliccando qui puoi vedere la lista ufficiale dei contrassegni ammessi alle politiche 2013 mentre per saperne di più su liste e coalizioni di liste clicca su:http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2013