Creato da mielealpeperoncino il 24/04/2008

trilogia mentale

Incontro di pensieri, parole e immagini

 

 

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LE "INASPETTATE" DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI

Chiunque abbia visto Habemus Papam, straordinario film di Nanni Moretti, troverà nella sua trama un che di profetico con quanto accaduto oggi. Una pellicola in cui emerge forte il lato umano del cardinale prescelto per il soglio pontificio, con le sue debolezze e fragilità che "non sono un limite ma anche un pregio saper riconoscere" come disse lo stesso Moretti spiegando il significato del suo film.

Sono le 11,46 dell' 11 febbraio 2013, quando l'Agenzia ANSA lancia il flash con il quale informa della decisone di Benedetto XVI di lasciare il pontificato. A pochi secondi di distanza le Agenzie Internazionali lo rilanciano e, in pochi minuti, lo sconcerto e la sorpresa che piombano sul Vaticano e l'Italia, invadono il mondo intero mentre scattano le verifiche d'obbligo.

Il Papa lascia il pontificato dalle ore 20,00 del 28 febbraio lo ha annunciato personalmente in latino durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. "Sento il peso dell'incarico - ha detto Benedetto XVI -  lascio per il bene della Chiesa consapevole della gravità del mio atto dopo aver a lungo meditato su questa decisione.  Vi ringrazio di vero cuore per tutto l 'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero e chiedo perdono per tutti i miei difetti."

Queste poche parole, sconcertanti ma chiare, rimbalzano sui siti Internet dei principali giornali e tv del pianeta, dall'America all'Estremo Oriente e conquistano titoli cubitali e pagine intere. Il mondo del web, con Twitter principe dell'informazione, esplode subito con l'#hashtagPapa tra emozione, sorpresa e commenti a caldo fioccano anche le battute legate alle imminenti elezioni politiche italiane e l'annuncio della possibile neve su Roma.

Un annuncio storico inatteso, "un fulmine a ciel sereno" commenta il Cardinale Sodano, una notizia tanto clamorosa quanto inaspettata eppure, un anno fa, Lucio Brunelli, giornalista del Tg2 e uno dei più autorevoli e attendibili vaticanisti aveva spiegato su Vita.it,  in un articolo titolato "Le dimissioni del Papa? Già scritte" perché l'ipotesi di lasciare il pontificato era perfettamente coerente con il profilo umano di questo Papa.

Qui l'articolo in forma integrale:
http://www.vita.it/mondo/religioni/papa-ratzinger-ecco-le-ragioni-delle-dimissioni.html

La conclusione dello scritto di Brunelli, profetica anch'essa (?),  è la seguente: "Tutto può succedere. L'unico scenario davvero poco realistico è quello di un Ratzinger pensionato che torna, da "cardinale anziano", a dirigere i giochi del prossimo conclave. Non rientra nelle regole della Chiesa, soprattutto non rientra nello stile di Benedetto XVI. Semmai un giorno compirà il grande gesto, statene certi, egli si renderà invisibile, auto segregato in un monastero di clausura."

E difatti così sarà in quanto Benedetto XVI ha annunciato di voler proseguire la sua vita, dopo il ritiro a Castel Gandolfo dei prossimi giorni, in quella che era la sede del convento di clausura che Giovanni Paolo II aveva fortemente voluto all'interno delle mura del Vaticano.  Avremmo quindi due Papi in Vaticano di cui, uno, sicuramente e assolutamente non pronuncerà più una parola. La cosa ovviamente lascia alquanto incuriositi e stupiti.

E' bene ricordare che la rinuncia al Pontificato è clamorosa ma non unica, il più celebre caso di rinuncia all'ufficio di romano Pontefice fu quello di Celestino V nel 1294, motivo per il quale è detto anche il "Papa del gran rifiuto", che portò alle elezioni di Bonifacio VIII.
La storia è stata ingrata con Celestino, come lo è con tutti coloro che non la scrivono. Venne fatto passare, ma ancora oggi spesso è dipinto così, come un codardo e un incapace. Fu invece rivoluzionario e contro corrente e diede nuova forza e vitalità alla Chiesa di Roma. Quella scelta, discussa ancora oggi, forse, con l'abdicazione di Benedetto XVI, assumerà una prospettiva e un significato diversi.
Curiosa coincidenza il fatto che, a far visita per la prima volta, nel 2009, al Pontefice del gran rifiuto fu proprio Ratzinger,  un gesto che oggi assume un significato nuovo. Era il 2009, a L'Aquila c'era appena stato il terribile terremoto che aveva raso al suolo la città. La visita papale del 28 aprile fa tappa anche all'interno della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, anch'essa in condizioni critiche. Quel giorno accade qualcosa che dai più viene considerato quasi inaccettabile. Papa Ratzinger entra nella Basilica, si pone di fronte alla teca con i resti di Celestino V e, togliendosi il suo pallio pontifico, lo depone sul cristallo. Un gesto di apertura nei confronti di un Papa controverso e bistrattato per la sua scelta di tirarsi indietro dai suoi doveri di pastore.
Sebbene sia stato fatto Santo prima di Benedetto XVI la Chiesa ufficiale l'aveva tenuto nel dimenticatoio, oggi, a distanza di secoli (sono passati 719 anni), se ne torna a parlare e ci si chiede: "Che Ratzinger stesse pensando al passo di oggi già quel giorno a L'Aquila?".
E', quest'ultima, una domanda senza risposta, certo è che quest'anno dall'uovo di Pasqua la Chiesa cattolica tirerà fuori un nuovo "Habemus Papam".

 
Rispondi al commento:
bahkty
bahkty il 12/02/13 alle 08:04 via WEB
Manovrina infima per sviare le attenzioni sulla politica e condizionare maggiormente i fedeli cretienne sulle prossime votazioni?! Bah.
 
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"AMORE"

 

 

L'amore è come il mare:

è possibile che si riesca

a vederne l'inizio ma la

fine si perde oltre la linea

dell'orizzonte.

          Rossella.

 

L'amore, quello vero, che fa palpitare.

che regala quel prezioso elisir

che ci permette di sentirci giovani

e vitali anche quando il trascorrere del tempo

vorrebbe impedircelo è fatto, soprattutto

di silenzi, di sguardi lunghi, intensi,

ricchi di significati che le parole non

riuscirebbero mai a comunicare...

AMORE!!!

          Rossella

 

 

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE

FIORI

I fiori sono fragili e muoiono in un sofffio quasi come i giorni della vita.

Ma se sai guardarli, sfiorarli, ammirarli e gioirne,

darai un senso al loro breve vivere.

 

L' ETERNITA' IN UN BACIO

Ricordo, Chiedesti: "Come mi baceresti?"...

Risposi: "In verità non saprei rispondere"...

So solo che per essere analogo alla tua unicità sarà privo di estensione,

senza inizio nè fine, sospeso nel tempo, senza un prima o un dopo.

Il presente ha i suoi limiti nel non averne, e un bacio

fuori dai limiti della estensione e del tempo è semplicemente ed

unicamente eterno.

ATTESA

A volte come una barca alla deriva mi sento,

sembra estenuante l'attesa

ma è l'essenza stessa della vita.

                 Mielealpeperoncino.

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE

ACQUA-TE

Acqua pura e cristallina che sgorga dalla terra, che cade dal cielo;

nutre i suoi frutti, colma fiumi ed oceani.

Acqua fonte di vita dolce e pura, forte e dirompente

come te!

Te che mi disseti con la tua presenza e m'inondi col tuo amore,

consentendomi di nuotare nel tuo mare,

permettendomi di sprofondare in esso

fino a raggiungere gli abissi del tuo mondo,

quel mondo pieno di tesori nascosti, ricco di vita.

Quel mondo in cui vorrei immergermi

e di cui vorrei far parte.

 

SORGENTE DI VITA

Siamo nate insieme tu ed io.

Dolce e serena,

calma e tranquilla,

impetuosa e travolgente acqua.

Ogni tua goccia è vita.

Mielealpeperoncino

 

PRIVA DI TITOLO

Rifessi di luce costante

al calar del tramonto

si nascondono.

Primeggiano le scure ombre

dietro le verdi fronde.

 

Rinascono in un pensiero

triste o felice

purchè vero.

Vestendosi di bianco

passeggiano di fianco.

 

Ritorna il giorno e con esso il sole

ma se fosse pioggia o vento,

alcuno il tormento.

Chi è in natura

alla natura affida 

fragilità e forza

timore e coraggio.

 

Se ne fa scudo, letto e sostegno

non tralasciando il proprio impegno.

Fra immensi giardini, prati ed aiule

si spegne la vita di un fiore. 

          (Mielealpeperoncino)

 

Così in natura...

  Così dal fioraio... 

 

Così nel mio cuore...

Così in casa mia...

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE...

 

 

img134/779/0410071103yt1.jpg

Dialogo tra sguardi

 

Lei: Guardami e parlami

      e mentre mi parli, ascoltami

      perchè è ascoltando che potrai parlarmi

      ed è parlando che potrò ascoltarti

      e ancora guardami!

Lui: Ti guardo, è bello guardarti!

      Ti ascolto, è bello ascoltarti!

      Ti parlo, è bello parlarti!

      Forse ancor più bello sussurrarti!

      Per poi perdermi in quel sussurro

      giungere a te e finalmente

      perdermi in te.

                (Mielealpeperoncino)

 

DEDICATO A PROFUMO DI ROSE E A CATWOMAN

L'amicizia ha qualcosa di misterioso che spinge alla confidenza e all'abbandono più completo. E' una dimensione dell'amore pur non essendo l'amore.

Vi voglio bene ragazze.

L'immagine a seguire ed il pensiero trascritto, mi sono state dedicate da Profumo di rose nel suo Blog. Grazie Profumina sei sempre molto cara e dolce. Spero di non deluderti nel percorso che ci vede unite al di là di quella che è una reale ed abituale frequentazione tra amiche.

Sei come la luce che emana il sole prima di andare a dormire.

Sei come l'acqua che rigenera ogni cosa che tocca.

Sei come il vento che ossigena chiunque.

Sei grande come il mare.

Ti voglio bene Mieluccia. 

 

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Una poesia a rappresentarmi

Il più bello dei mari è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello

non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet

IL MIO MARE UOMO

Il mare cos'è per me il mare...

E' il letto sul quale riposare,

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Ad esso affido le mie intime confidenze,

talune me le rende, altre le insabbia

nei suoi abissi profondi.

In esso ritrovo le infinite e contradditorie

risposte ad una inassolutà verità

sull'eternità della vita.

Il mare, il mare, cos'è per me il mare

se non l'altare della mia pace.

Mielealpeperoncino.

 

.....METAFORANDO.....

"Glia alberi e le montagne sono il desiderio di cielo che ha la terra." (...)

Le tue mani sono rami dell'albero che sei.

Io vorrei essere la tua terra.

Sei il mio desiderio di cielo,

il mio albatro dei sentimenti,

il portatore sano di "malattie dell'anima",

l'essenza dell'incontro,

l'assenza di ragione,

il vuoto di memoria,

la montagna da scalare e

il pozzo di Talete.

 

Mielealpeperoncino

 

Irrisolto quesito

Quantunque tu in quell'essere io,

quantunque io in quell'essere tu.

Smarrito l'io, smarrito il tu

ritrovarci dovremmo

in quell'essere tu, in quell'essere io.

 

Originato dalla fusione del tu-io-tu,

il mio ed il tuo essere dovrebbero

dare essenza

ad un unico essere…

Vale a dire: “Il nostro essere” o

vale a dire: “Noi”.?

Irrisolto quesito.

 

      

 

 

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