Creato da gigiovp il 23/05/2007
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Benvenuti a tutti!!!
Benvenuti a tutti voi, amiche ed amici. Mi scuso in anticipo con la grafica alquanto spartana di questo blog, ma per motivi di lavoro, e di... ehm... voglia di abbellirlo del sottoscritto, credo che resterà così!
Qui racconterò le mie storie di sfortuna quotidiana con l'altro sesso, chissà che magari coi vostri commenti possiate aiutarmi in qualche maniera. Nel frattempo vi saluto e vi ringrazio. Qualunque cosa voi scriviate qui, sarà sempre ben gradita, sia che sia un saluto, oppure un'offesa . Se vorrete darmi una mano, io l'accetterò volentieri! Grazie 1000.
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Giustizia:
Dal lat. iustitia; fr. ing., justice; sp. justicia; tedesco Gerechtigkeit; la parola deriva da justus, giusto e questo da jus, diritto, ragione.
Giustizia è ordine dei rapporti umani; la virtù morale per la quale si osserva in sé e in altri il dovere e il diritto; è la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; è l'ufficio, il magistrato o il luogo dove si rende giustizia.
Questa è la definizione che ho trovato su Wikipedia riguardo alla parola giustizia. Ma è realmente così? Non mi pare! Solone, filosofo dell'antichità disse: "La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi". Un concetto espresso circa 2500 anni fa, ma mi pare ancora attuale ai giorni nostri!
Cosa sarebbe disposta a fare una madre per la propria creatura? Tutto il possibile per assicurarle un futuro tranquillo e radioso. Il padre (e suo ex compagno) è un poco di buono, però conosce molte persone. La madre, nonostante i vari richiami verbali a comportarsi bene, non riesce a far cambiare atteggiamento al padre: allora gli fa un richiamo scritto alle forze dell'ordine. Risultato: il padre se ne esce dal commissariato più arzillo di prima, mentre la madre viene derisa dagli agenti: soltanto perchè voleva proteggere la sua creatura dal padre irresponsabile, un padre senza testa, ma con molte conoscenze.
E QUESTA E' GIUSTIZIA?
Dopo questo smacco, la madre riprova a tessere un dialogo col padre, cercare di farlo capire, ragionare un attimino, venirsi un po' incontro per il bene della bambina. Niente da fare, lui mantiene gli atteggiamenti da spavaldo, da colui che "so tutto io, nessuno mi può fermare". A questo punto arrivano gli assistenti sociali. Prima vanno a casa di lui: le voci girano, sembrerebbe che ora finalmente abbiano capito che razza di padre sia, e che tutto vadi a favore della madre. Poi il colpo di scena: quando fanno visita a casa di lei come per magia, tutto è cambiato: lui è diventato un buon papà, perchè quando lei lavora di mattina, lui va a vestire la piccola (e non solo, perchè spesso e volentieri da un'occhiata in casa sua, frugando tra le sue cose, ma... lasciamo perdere che è meglio), mentre lei si sente accusare di essere una madre troppo apprensiva.
- Una madre è apprensiva se si preoccupa perchè il padre porta la loro creatura al bar a giocare al videopoker, o a bere l'Aperol?
- E' apprensiva se giudica inadatto per una bimba di 8 anni, il fatto che davanti a lei il padre parli dei night club che frequenta, e delle signorine che ci lavorano?
- Se poi la madre si preoccupa perchè il papà permette alla loro creatura di guidare un trattorino falciaerba, senza nessun adulto che la supervisioni, allora è da considerarsi una madre apprensiva?
Be, per l'assistente sociale sì, mentre lui resta un bravo papà! Solo dopo un paio di giorni, però, veniamo a sapere che il capo dei servizi sociali del comune, è amico di vecchia data col bravo papà.
E QUESTA E' GIUSTIZIA?
Arrivati a questo punto, credo proprio che soltanto il Padreterno potrà darci una mano a risolvere questa situazione.
Cecilia sta sempre peggio: è più di un anno che non esce di casa, va solo al lavoro, o da sua madre; non ha più la voglia e nemmeno la forza di combattere: ha delle fitte continue allo stomaco, e sta iniziando a rifiutare il cibo, prova a mangiare, ma deve fermarsi subito dopo, perchè sente gli stimoli del vomito! Non trova scampo da questa situazione;
Marta, invece di staccarsene, vede sempre di più il suo babbino, gli vuole tanto bene, e non riesce a capire minimamente il male che fa sia a lei che a Cecilia.
Ed io me ne sto in silenzio in un angolo, a soffrire per la mia impotenza nel non poter fare nulla per aiutare la persona che amo. Purtroppo in un mondo come quello di oggi, privo di ogni più elementare principio etico, è facile credere di comprare tutto con il denaro. Siamo noi, ciascuno di noi a dare potere a tutto ciò.
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Solo Dio ci può aiutare!!!
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