Per equilibristi

“Due collioni” ha fatto la stronzata , si è innamorato di una collega. Ieri mi ha chiamato e ha voluto che ci vedessimo per raccontarmi la storia. Io ascoltavo fingendo stupore per una storia successa a mezzo mondo, se fosse la sceneggiatura di un film non varrebbe la pena girarlo. Praticamente arriva questa nuova ragazza nel gruppo di lavoro, né brutta nè carina, né stupida né intelligente, in quanto nuova la usa per sfogarsi un po’ e questa si fa spugna di tutte le sue miserie raccontando a sua volta le sue, escono una sera per cenare insieme, scopano e si innamorano. Pare che lui abbia scambiato l’amore per la possibilità di raccontarsi un po’ e lei la disperazione di un quarantenne per vera passione, ognuno aveva una voglia matta di raccontarsi e di spogliarsi e l’hanno fatto, si sono visti mezzi nudi, hanno provato tenerezza per le ferite e le cicatrici, se le sono leccate un po’ e hanno deciso che era amore. Le cose andranno avanti per un po’ fino a quando lui troverà complicato lavorare e amoreggiare, fino quando l’entusiasmo prenderà colori meno accesi, fino a quando lei rivendicherà un ruolo più preciso. Questa storia è una specie di stampa al laser messa in vetrina, scolorirà giorno per giorno finchè sarà troppo sbiadita e sarà sostituita. Probabilmente lui non dirà nulla alla moglie mentre lei per non condividere più gli stessi spazi finirà per licenziarsi convinta di essere stata usata, lui dopo qualche settimana che non la vede e la sente si convincerà che era la donna della sua vita e che con lei stava bene, mi romperà di nuovo i collioni ma non avrà più il coraggio di raccontarmi nulla perché alla fine del suo esposto gli ho detto come secondo me finiranno le cose. C’è rimasto un po’ male. “Due collioni” è oggi un po’ meditabondo, mi ha telefonato dicendo che sono una merda, che a causa mia vede le cose un po’ diversamente, “Due collioni” è un casino influenzabile.