Comunicando...

Campioni...3


JURGEN PERSSONUMILTÀ E ALTRUISMO1991, Chiba: Persson campione del mondoNato nel 1966 ad Halmstad, Svezia. Capelli biondi e ricci. Viso scolpito e occhi profondi. Fisico alto e proporzionato. Se gli fate crescere baffi, barba e capelli fino alle spalle, se lo vestite con pelliccia di animale, se in testa gli mettete un elmo con due corna, rivedrete il vichingo che, con il grido di guerra, intorno al mille terrorizzava mezza Europa. Ma la faccia lo tradisce. La sua aggressività è composta. Ha un'espressione rassicurante e gentile. Tutti i giocatori delle altre nazioni ci parlano e ci parlano bene. I cinesi però lo temono. Negli incontri a squadre, per la Svezia, è il punto di riferimento. Per i cinesi, che lo hanno soprannominato la granata bionda, un incubo. Quando gioca a squadre si trasforma. Gioca più per gli altri che per sé. La sua generosità moltiplica le sue forze. Gioca a media distanza. Gioca bene le palle corte. Si sposta spesso a sinistra come i cinesi. Con un passo copre l'area di gioco. Nel '89 a Dortmund, nel mondiale della riscossa europea, Persson perderà in finale da Waldner per 21 - 10, alla bella. Non è un risultato a sorpresa. Persson con Waldner non vince quasi mai.Campionati del mondoPassano due anni, contro ogni pronostico, Waldner e Persson si trovano nuovamente uno contro l'altro. Siamo a Chiba (Giappone), 41esimi campionati del mondo. Dal tabellone, uno scende l'altro sale. Ora sono faccia a faccia. Hanno abbattuto tutti gli ostacoli. Assicurando così nuovamente il primato alla Svezia. Per Waldner la continuità del suo regno. Per Persson un sogno proibito. Persson per andare in finale ha lottato contro l'irriducibile coreano Kim. Dopo aver vinto il primo set, nel secondo conduceva per 15 a 5. Dalle tribune un piccolo drappello di coreani dava inizio a un tifo assordante. Sembrava inutile, fuori luogo. Invece Kim risale 15 a 10. Poi nuovamente un punteggio difficile per il coreano, 20 a 15. Persson continua a sbagliare. Forse si sposta troppo a sinistra, vuole chiudere. 20 pari. Il tifo s'infuoca, è accompagnato da sventolii di bandiere e di giubbini. Persson usa di più il rovescio. Non si sposta più a sinistra. Finalmente 24 a 22. Tutti gli orientali giocano con una concentrazione elevata e drammaticamente costante per noi. Ma i coreani in questo superano tutti. Persson a fatica chiude 3 a 0. Waldner contro Ma Weng, cinese. Incontro facile, 3 a 1, ora l'ultimo ostacolo. Waldner e Persson si abbracciano. Tutto un po’ fugace. Sorridono. Poi l'assedio della TV e della stampa di mezzo mondo. S'immergono. Persson ha costruito il gioco spostandosi a sinistra e tagliando lungo con il diritto sul rovescio dell'avversario per poi contrattaccare.Finale per il titolo mondialePersson forse pensa a Dortmund, dove in finale aveva perso per 3 a 2. È assorto. Sembra che guardi una pellicola che veloce si riavvolge e, ogni tanto, ti lascia un'immagine. Waldner è il detentore, può solo perdere. Però sono amici, ma in gara Waldner ci pensa di meno o forse ci pensa troppo. Forse ha un debito da pagare. Il pubblico ha già fatto la sua scelta, Waldner. Persson questo lo sa. Lo fa sentire più libero. Primo set, Persson 21 a 19. Secondo set, 21 a 18. Persson è sereno, ad un passo dal trionfo. Waldner non può più concedere nulla. Terzo set, sul 19 pari, Waldner fa una smorfia, torce la bocca. Forse è la resa. 20 a 19 a favore di Persson. Lungo contro top incrociato. Waldner mette fuori. Persson alza le braccia al cielo e s'inginocchia. Parte fragoroso l'applauso che l'accompagna a stringere la mano di Waldner. Si abbracciano. Persson porta una mano al viso, chiude gli occhi, è incredulo. Il servitore, l'umile. Il generoso, l'altruista, è il nuovo Re. Il vichingo dal cuore d'oro, con una piccola racchetta in mano ha conquistato il mondo.