SPRINGFREESIA

Il pranzo della domenica


Nel pranzo della domenica c'è la filosofia di una vita intera. La voglia di scrollarsi di dosso il tran tran routinario con i suoi ritmi forsennati, spesso innaturali, e l'esigenza sacrosanta di riconquistare un po' di sacrosanto relax. Di assaporare l'attimo e fare finta che l'esistenza  non sia soltanto una lotta continua, spesso impari, in cima a mulini a vento dalle pale che girano con una vorticosità incessante. Preparare con amore pietanze da gustare e non cibo da consumare in fretta, orologio alla mano, nell'attesa frenetica dell'impegno successivo in agguato, ahimè!, dietro l'angolo. Gratificare il palato con un dolce a fine pasto e un vinello stappato per l'occasione e centellinato pian piano. Pregustando anche il momento di defaillance che seguirà, rafforzato dal tepore e dalla luminosità di un sole che è una delle prime avvisaglie della primavera in netta rimonta.Il pranzo della domenica è tutto questo e anche ombra della nuova settimana che incalza; è sedere alla tavola popolata finalmente a misura d'uomo e non da figure evanescenti  quasi  a promessa di tutto ciò che di buono e di nuovo verrà. Una mezz'ora di pura beatitudine temporale, un ombrello aperto che ci ripara da un acquazzone improvviso e violento,inevitabile, quel tanto che basti per andare avanti. Gonfiando il petto con il nostro respiro come la vela bianca e robusta di una barchetta che ha catturato l'ultimo alito di vento favorevole  per tornare sani e salvi a riva. A casa.Buona fine e buon prosieguo a tuttiLucia
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