Tu e il Paradiso

Epifania cristiana: i re Magi, forse non sapevi che......


 Oggi il termine "Epifania" in ambito cristiano si intende la prima manifestazione pubblica della divinità, cioè quella configurata dalla visita dei magi. Il Vangelo di Matteo (2,1-12) è l'unico fra i quattro canonici che testimoni la venuta di questi sacerdoti “pagani” con queste parole: “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: ‘ Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo’ ”. Nel testo di Matteo i magi non sono precisati nel numero, non sono definiti “re” e non vengono nominati coi loro nomi.  Questo ci deriva invece dai vangeli apocrifi tra cui, il più significativo, il Vangelo Armeno dell'Infanzia, di fine VI secolo,  che cita (cap. V, 10): “Un angelo del Signore si affrettò di andare al paese dei persiani per prevenire i re magi ed ordinare loro di andare ad adorare il bambino appena nato. Costoro, dopo aver camminato per nove mesi avendo per guida la stella, giunsero alla meta proprio nel momento in cui Maria era appena diventata madre. E' da sapere che in quel momento il regno persiano dominava sopra tutti i re dell'Oriente per il suo potere e le sue vittorie. I re magi erano tre fratelli: Melchiorre, che regnava sui persiani, poi Baldassare che regnava sugli indiani, ed il terzo Gaspare che dominava sul paese degli arabi". In alcuni scritti di origine greca, riscopriamo il profondo significato religioso dei nomi dei tre magi:     •  Balthasar  significa “il protetto dal Signore”     •  Melchior è “il re della luce”     •  Gaspar è “colui che ha conquistato il Farr”   Una leggenda dice che il primo dei tre magi avesse la pelle di colore giallo, il secondo di colore nero ed il terzo bianca, rappresentando così le tre razze che abbiamo sulla Terra: i mongoli, i neri e gli uomini bianchi. Questo indica che, nel tempo, tutte le razze arriveranno a seguire l’insegnamento di Cristo.   Leggiamo ancora in Matteo: “Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”.    Anche i doni che ciascuno dei magi depose davanti al bambino Gesù hanno un significato simbolico: Gaspar la mirra, Melchior l'incenso e Balthasar l'oro.Il cattolico Leone Magno interpreta così, quattro secoli dopo la nascita di Cristo, i doni dei magi venerando l'unione della natura divina con quella umana: l'incenso omaggio alla sua divinità, la mirra omaggio all'uomo come simbolo di medicina in grado di lenire la futura sofferenza e l'oro omaggio alla sua regalità.Viene spontaneo domandarsi: ma poi, che fine fecero i magi?Il Vangelo ci informa soltanto che “i magi per un'altra strada sono ritornati al loro paese” (Mt., 2, 12).Una tradizione ci dice che i tre, dopo una loro presunta conversione, sarebbero stati consacrati vescovi dall'apostolo Tommaso per poi morire martiri. Sarebbero poi stati sepolti in India (dove l'apostolo Tommaso avrebbe predicato) ma in luoghi separati.Alcuni storici sostengono che queste reliquie nel IV secolo furono trasportate da Costantinopoli a Milano da Eustorgio, vescovo di questa città. Altri infine ritengono che le reliquie siano giunte in Italia con le Crociate, dato che prima di questo periodo a Milano non c'è traccia di questo culto.Una tradizione radicata lega il vescovo Eustorgio ai magi. A Milano fu dedicata in suo onore una basilica; già nell'XI secolo vi si trovava un’urna preziosa chiamata Arca dei magi con una stella sopra un pilastro. Si sa per certo che, nel 1162, le spoglie dei magi si trovavano a Milano.Queste reliquie nel 1164 da Milano furono trasportate a Colonia, in Germania. Attualmente si trovano in una arca-cattedrale nel Duomo di questa città. Ai milanesi rimase solo la medaglia fatta, sembra, con parte dell'oro donato dai magi al Cristo, che da allora venne esposta il giorno dell'Epifania in Sant'Eustorgio accanto al sarcofago vuoto. Negli anni successivi Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie, invano. Né Ludovico il Moro nel 1494, né Papa Alessandro VI, né Filippo II di Spagna, né Papa Pio IV, né Gregorio XIII, né Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia.Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato tolto: il 3 gennaio del 1904, infatti, il cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei delle spoglie dei re magi (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall'Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant'Eustorgio. Furono posti in un'urna di bronzo accanto all'antico sacello vuoto con la scritta “Sepulcrum Trium Magorum” (tomba dei tre magi).