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Maxi-Trade: Arenas-Turkoglu a Orlando; Lewis a Washington; Carter-Pietrus a Phoenix


LA SITUAZIONESi parte dalla recente crisi di Orlando e da quella sensazione di inferiorità nei confronti dei Celtics e della rinvigorita Miami (per non parlare della crescita di Chicago e New York): da qui, la necessità di cambiare qualcosa per ritrovare quella fiducia, mentalità e fluidità che avevano portato la squadra alle Finals di due stagioni fa. Le franchigie disposte a intavolare trattative importanti? Phoenix, che si è resa conto degli errori commessi nel mercato estivo e delle tremende difficoltà accusate in questo inizio stagionale in difesa e sotto canestro, e Washington, vogliosa, da tempo, di sciogliere quel mostro a tre teste costruito in estate con gli innesti di Hinrich e Wall al fianco di Arenas.LA TRADEOrlando cede Vince Carter, Mickael Pietrus, Marcin Gortat e una prima scelta del 2011 a Phoenix per Earl Clark, Jason Richardson e Hedo Turkoglu.Orlando cede Rashard Lewis a Washington per Gilbert Arenas.
ORLANDO"Non credo che questa sia l’ammissione di un errore - il commento del presidente dei Magic, Otis Smith - non rimpiango di aver smembrato la squadra che raggiunse le Finals. Ma ci serviva quel qualcosa in più, e tutti i giocatori che abbiamo preso hanno la capacità di muovere il pallone. Dopo aver visto la squadra nelle prime 25 partite, mi sembrava che ci mancasse qualcosa. Un cambiamento era necessario". Sincerità, molto poca. Orlando si libera di Carter e Lewis, due giocatori "scomodi" e involuti rispetto a due stagioni fa: il primo non ha mai veramente convinto in Florida, il secondo, invece, è in caduta libera, tanto che quest’anno ha visto la sua produzione offensiva scendere a 12.2 punti a partita con un misero 41.9% dal campo, il suo numero peggiore dalla sua stagione da rookie. Via anche Gortat, inschierabile di fianco ad Howard e destinato a languire ancora per tanti minuti in panca, così come Pietrus, forse l’unico giocatore per il quale ci potrà essere qualche rimpianto ma, d’altra parte, è anche vero che non si può solo prendere, ma bisogna anche lasciare. Arenas e Richardson rinforzano pesantemente il reparto guardie, ma non è detto che possano essere ben gestibili, mentre Turkoglu è un giocatore già ben collaudato in casa Magic... ma con due anni in più e un po’ di mobilità e, soprattutto, di motivazioni in meno. In vernice mancherà qualcosina (Lewis non era un giocatore d’area così come non lo è Turkoglu), ma Gortat sì, dunque si vedrà maggiormente Brandon Bass, ma il miglioramento complessivo in attacco sarà limitato da un peggioramento nella metacampo difensiva: mai sentito che Arenas e Richardson siano dei mastini. Occhio a Earl Clark, giocatore di rotazione sì, incostante sì, ma dotato di buon talento: a Phoenix era molto sfiduciato, ma una nuova opportunità in un’altra squadra gli farà soltanto bene.In grafica: Orlando con i nuovi innesti in un ipotetico assetto con la small-ball. Turkoglu da 4 tattico al fianco di Howard e il doppio playmaker con la coppia Nelson-Arenas: Agent-Zero giocherebbe in posizione di off-guard.
PHOENIX"Carter e Pietrus ci danno una grande presenza difensiva sul perimetro e sono molto dinamici nella metacampo offensiva - precisa il gm dei Suns, Lon Babby - e ci siamo anche resi conto che ci serviva più peso vicino a canestro, più fisicità e più rimbalzi: avevamo messo da tempo gli occhi su Marcin Gortat". In sostanza, ma quando mai abbiamo preso Turkoglu?! L’inserimento del Turko, che avevamo già piuttosto criticato in estate, al posto del partente Stoudemire, si è rivelato fin da subito poco funzionale per gli equilibri della squadra, divenuta ancor più vulnerabile nel verniciato e morbida nella metacampo difensiva. Pietrus, in questo senso, può essere un’ottima addizione, Gortat potrà far rifiatare un po’ Robin Lopez in area e dare finalmente una nuova dimensione alla squadra, mentre l’inserimento di Carter è, onestamente, un’incognita totale. Si sono sacrificati il Turko (che non ha mai espresso grande amore per la squadra), Clark (un giocatore sul quale non si puntava) ma anche J-Rich, uno dei beniamini del pubblico nonché uno dei compagni più apprezzati da Nash. Ah, e da quanto sostiene Babby, Nash resta comunque incedibile.In grafica: Phoenix non si snatura mantenendo la strutturazione leggera con 4 esterni e Lopez in mezzo. Carter e Pietrus sul perimetro, con il secondo dedito a maggiori compiti difensivi, e Hill da 4 tattico. Gortat dà il cambio a Lopez in uscita dalla panchina.
WASHINGTON"Ci stiamo ricostruendo - dice coach Flip Saunders - l’abbiamo detto a lungo. Ci trovavamo in una situazione in cui i nostri tre migliori giocatori giocavano tutti nella stessa posizione: Wall, Arenas e Hinrich". Ma va? Giù la maschera, Flip Saunders, e tutti i discorsi di circostanza in estate sulle potenzialità devastanti del back-court degli Wizards. La troica era destinata a sciogliersi nel momento in cui si era formata, ma bisognava trovare, prima, una sistemazione per Gilbert Arenas (ospite sgradito in casa) e, soprattutto, per il suo contrattone faraonico. L’opportunità è arrivata con Rashard Lewis, un altro che ha un contratto assurdo, e Washington non se l’è fatta scappare. Spazio a Wall da point-guard titolare, Hinrich come back-up e il rientrante Howard gettato nel mix: nel reparto esterni siamo a posto, e un Lewis in più da usare come 4 tattico non fa certo schifo, visto la scarsa quantità di talento ed esperienza che la squadra ha attorno al verniciato. Il risultato finale, però, pur essendo estremamente interessante, è anche terribilmente ingarbugliato: auguri, coach Saunders!