U2WORLD

L'ALBA DI THE JOSHUA TREE: SILVER AND GOLD


«Partii dunque per New York, dove nel frattempo Steve Lillywhite stava registrando coi Rolling Stones, mi invitò ad andarli a trovare durante le sedute di registrazione. (…) A un certo punto Keith (Richards)cominciò a suonare il piano e Mick cantava canzoni country. (…) Poi mi chiesero di cantare una canzone. Risposi: “non conosco canzoni di altri artisti”. Risero e dissero “cosa vuoi dire?” Risposi: “Non conosco nessuna canzone di qualcun altro. E, a dirla tutta, da ragazzi abbiamo provato a suonare qualche vostra canzone e non credo vi avrebbe fatto piacere sentirci” (…) Fu allora che mi resi conto che gli U2 non avevano alcuna tradizione, venivamo da un altro pianeta. La nostra musica non aveva radici – né blues né gospel, né country – eravamo post-punk. I nostri punti di partenza erano stati il “New musical express” i Joy Division, i Kreaftwerk, i Penetration e i Buzzcocks. Era una situazione strana. Keith disse: Non conosci il blues?” Risposi: “Non solo non lo conosco, ma addirittura lo detesto”. Rimase sorpreso: “ Cosa vuoi dire?”. Risposi: “ Dalle mie parti chiunque suonasse il blues non era altro che una rottura di scatole in dodici battute, insomma significava che era a corto di idee originali”. Replicò: “Allora non hai mai sentito il blues. Quando sentirai il blues non ti annoierai, ne sarai intimorito”.A un certo momento, nelle ore seguenti, Keith prese un 33 giri e ne mise su alcuni di John Lee Hooker e Robert Johnson. (…) Mi fece sentire questi dischi e mi sembrarono la fine del mondo, più punk-rock di qualsiasi altra cosa con cui ero cresciuto. Stavo ascoltando un brano di John Lee Hooker e chiesi: “Chi suona la batteria?”. “E’ il suo piede”, disse Keith, “stava solo pestando sulle assi del pavimento.” Ero fuso. Andai via con la testa che mi girava, tornai nella mia stanza d’albergo da solo e scrissi “Silver and Gold”, cercando di applicare quello che avevo appena sentito al progetto imminente, il disco anti-apartheid. Il giorno dopo chiamai Keith e gli chiesi: “Posso fare un salto? Ho una canzone che mi piacerebbe farti sentire, magari ti va di suonarci la chitarra”(…) Registrai una versione acustica di questa mia prima canzone blues con Keith Richards e Ronnie Wood. Ronnie suonò la chitarra slide con un coltello a serramanico, lui è davvero uno dei chitarristi slide di sempre. Un giornalista di nome Robert Palmer mi avrebbe portato nei campi di cotone del Tennessee e mi avrebbe mostrato il vero blues così come ancora lo si vive. E quella era “Silver and Gold”»Questo racconto di Bonovox, tratto dal libro "U2 by U2"servirà a introdurre The Joshua Tree, il disco che ha portato gli U2 alla celebrità, il disco che il 9 marzo dello scorso anno ha compiuto 20 anni (...portati benissimo a mio avviso...), il disco nel quale i quattro irlandesi hanno iniziato il loro controverso rapporto con l'America...