...RIFLESSI DI VITA

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una "Legge oscura"


Vi siete mai chiesti perché apparentemente, nell’ex Bel Paese, non si riesca quasi mai a concludere qualcosa, a raggiungere un risultato concreto e ci si limiti a piccoli traguardi dopo anni e anni di sforzi inimmaginabili e comunque assurdamente inadeguati ai risultati? La mia breve analisi si rifà, inevitabilmente, ai miei studi di diritto e ad un testo, in particolare,  intitolato, appunto, “La legge oscura”. Scorrere anche oggi quelle pagine ti fa realmente capire cosa c’è dietro l’apparente incoerenza di tante norme, leggi e leggine così palesemente contradditorie. Se io vi dicessi che alle ore 12:00 si promulga una legge e che mezz’ora dopo si fa un’altra legge che modifica quella appena entrata in vigore voi pensereste ad una barzelletta. E’ quello che è accaduto tante volte. E se vi dicessi “la legge…è modificata al 3° comma del quarto paragrafo per quanto riguarda la parola… per il resto si richiama l’art. 2 della legge… a sua volta modificato dall’art. 4 del DL n…. Follia pura! Riuscire a capire qualcosa in questo allucinante e grottesco guazzabuglio di parole, rimandi, richiami, connessioni, distinguo, modifiche è una fatica di fronte alla quale anche il buon Ercole si arrenderebbe. Ed allora ci si chiede perché tutto questo? Da un lato ci aiuta, forse la storia a comprendere il perché di tanto scempio. Noi italiani siamo sempre stati vittime di una allucinante verbosità trasferita poi sulla carta. Si pensi anche oggi a quello che accade negli uffici dove la “carta” regna sovrana moltiplicata per dieci grazie a quella sciagurata invenzione che si chiama macchina fotocopiatrice. Altro che firma digitale: noi siamo ancora a carta, penna e calamaio. Ma a parte questo motivo “storico” ciò che si nasconde dietro la “legge oscura” è perversamente semplice: più una norma è complessa, farraginosa, meccanica,  più sarà facile per chi la vuole sfuggire trovare, nelle maglie larghe, una via di fuga laddove invece il non esperto, colui che non sa come muoversi a dovere inevitabilmente incapperà nei rigori di una legge sempre più spesso debole con alcuni e spietata con gli altri. Non esiste altra spiegazione alla nostra mostruosa attività normativa che supera di gran lunga quella di qualsiasi altro paese civile al mondo. Sapete quante leggi sono in vigore in Italia: no? Consolatevi: non lo sa nessuno. Comunque spaziamo dai Regi Decreti, a leggi emanate nel periodo fascista a norme repubblicane, tutte perfettamente in vigore. La legge che ci impone di pagare in canone RAI è del 1938 e prescriveva, per tutti coloro che avevano a casa un apparecchio atto a ricevere segnali radio, una tassa. Solo che allora c’era un elegante, per chi se lo poteva permettere, scatolone di legno chiamato radio ma oggi, tra internet, televisori, Sky, radio, DVD e Ipod, forse il mondo è leggermente cambiato. Ma la legge no: è sempre la stessa.  Credo che tutto questo incoerente guazzabuglio legislativo deve avere un senso… per alcuni. Altrimenti perché mai nessuno ha messo mano ad un reale snellimento burocratico? In questo “je accuse” non risparmio nessuno né destra né sinistra.Tutti hanno avuto modo di cambiare e tutti regolarmente, dopo i soliti proclami, hanno proseguito per la solita strada che è quella dell’inefficienza salvo poi stracciarsi le vesti nel salotto buono di Bruno Vespa è dire che la colpa è sempre di chi li ha preceduti. Ritengo tuttavia  che le labirintiche norme non siano nate da menti in crisi di astinenza ma da una precisa volontà. La norma, deve conservare un certo qual alone di mistero, deve essere come un alambicco alchemico dove tutto è possibile anche la trasmutazione delle pietre in oro, tutto, o niente. Solo così si spiega quanto accade normalmente e, direi, giornalmente. Ma vi sembra possibile che, sono dati del Dipartimento della Funzione Pubblica, vengano spesi 16 miliardi di euro solo per cercare di “informare” su quello che stabilisce una norma? Se uno scrive “pane” tutti capiranno che si tratta di pane. Ma se io scrivo: sulla tavola ci sono un misto di derali macinati del tipo, e giù termini scientifici, opportunamente aggrumati con l’aggiunta di H2O nella misura con l’aggiunta di addensanti e previa cottura in una struttura che consente il raggiungimento di… Basta! Una reale semplificazione e chiarezza legislativa potrebbe consentire realmente un effetto acceleratorio del “fare” a vantaggio della collettività sia per i benefici diretti che per le ricadute sull’occupazione, sul progresso tecnologico e sull’ambiente consentendo, forse, di mettere finalmente la parola fine a questo scempio legislativo. E chissà che un giorno non si potrà accendere la lampada della ratio e della coerenza cancellando, si spera per sempre, la parola “oscura” accanto a quella di legge restituendo al termine il suo significato primigenio ed imprescindibile: “La legge in senso giuridico è l'atto normativo con il quale si intende regolare il comportamento futuro di uomini, tipicamente riuniti in una società o comunque in un raggruppamento di variabile natura e ragione, di modo da orientarne la condotta specifica secondo il volere dell'ente normatore, al verificarsi di determinate fattispecie. Buona giornata  a tutti. Ulisse Veneziani