PER VALENTINA

10 luglio 2009- TRIBUNALE DI SAVONA PROCESSO DI VALENTINA


Quante superperizie si dovranno fare ancoraper condannare i " medici" ? Tante, fino a che non se ne troverà una cheli assolverà, li farà diventare primari e magariDirettori Generali e soprattutto "Santi subito!"La giustizia non esiste e i soldi pagano qualsiasitipo di bugia...chi non  ha una coscienza può facilmenteignorare che è morta una ragazza di 19 anni, non tiene in nessun conto il Giuramento di Ippocrate e si fa beffa dei progressi della medicina.E' l'evidenza dei fatti a parlare da sola,Linee Guida e Protocolli...Cosa li scrivono e aggiornano a fare se è così lecito non rispettarli, anzi, ignorarli ???Abbiamo dovuto tacere , anche se sono state dette cose inverosimili...ma chi è arrivato sul piedestallo viene ascoltato e applaudito e diventa garantista anche delle "fesserie " !Ancora una volta abbiamo avuto dimostrazionedella poca professionalità e correttezza che caratterizza la Casta medica... Stiamo giocando alla  Roulette russa... Non c'è chiarezza, non c'è verità...solo coperturee una solidarietà di classe che deve preoccuparee far riflettere tutti i cittadini onesti che si affidano a chi dovrebbe garantirgli il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.Triste a chi capita... o capiterà ! Andiamo avanti... contro i"Mostri" di arroganza e incapacità !!! Buon fine settimana a tutti! Paola e Giorgio
LA STAMPA - SAVONA Il processo Per la morte della studentessa uccisa da un'emorragia cerebrale UNA SUPER PERIZIA PER VALENTINA L'ha disposta il giudice: un pool di esperti dovrà stabilirela verità. Una super perizia per la morte di Valentina Grignola la diciannovenne studentessa universitaria di Albissola uccisail 1 dicembre del 2005 da un'emorragia cerebrale. L'ha disposta il giudice del Tribunale Marco Rossi al processo che vede imputati con l'accusa di omicidio colposo i due neurologi dell'ospedale San Paolo Marcello Manzino e Cinzia Minatel, che visitarono la giovane e secondo l'accusa non richiesero esami approfonditi, tra i quali una Tac. Alla prossima udienza (il 14 ottobre) verrà dato l'incarico a un pool di periti formato da un neurologo, un neurochirurgo e un medico legale, che dovranno accertare se come sostiene l'accusa la morte della studentessa si sarebbe potuta evitare con una semplice Tac, valutare l'operato dei due medici finiti a giudizio e magari individuare altri responsabili.Ieri, i periti dell'accusa e della difesa sentiti intribunale, sono rimasti su posizioni divergenti. Il professore Carlo Buffa (per il pubblico Ministero Vincenzo Scolastico -perito del CTU  del giudice Fois ) non ha avuto dubbi : "In un soggetto molto giovane, una forte cefalea come quella che presentava Valentina doveva essere vista con sospetto e si doveva disporre di una Tac cranica". E ha aggiunto :" un intervento le avrebbe quasi sicuramente salvato la vita". Un altro perito dell'accusa ( anche lui nominato per il CTU del giudice Fois), il professore Roberto Testi ha dato atto che " il caso di Valentina non era semplice", ma ha anche aggiunto :"che una Tac non si nega a nessuno e di fronte a una cefalea violenta io la dispongo".  " Qui, ahimè bastava un esame" ha sostenuto il professore Giancarlo Andrioli ( per i genitori di Valentina).Di segno opposto le posizioni dei periti della difesa. il professore Gandolfo ha sostenuto che l'operato della dottoressa Minatel è stato ineccepibile. " I segni neurologici non c'erano. Quando ha visitato la ragazza ha visto una paziente che non aveva nessun segno neurologico. Stato un uso improprio disporre una Tac. Tac che sarebbe stata sicuramente negativa, non avrebbe riscontrato nulla". Il professore Canale (per la posizione di Manzino) ha definito il caso di Valentina "atipico". " Di solito - ha spiegato - le manifestazioni di emorragia decorrono in tempi più brevi. Qui sono passati poco meno di sei mesi e in quell'arco di tempo si sono avuti episodi di cefalea dove non erano mai stati rilevati segni neurologici".Claudio Vimercati
Due medici sotto processo STRONCATA DA ANEURISMA, DISPOSTA LA SUPER PERIZIA L'ha disposta il giudice stante il disaccordo dei consulentidi parte sulle cause del decesso di Valentina Grignola SAVONA. Nello scontro tra luminari dell'accusa e della difesa salta fuori un collegio di periti che il giudice Marco Rossi ha annunciato di voler nominare per capire effettivamente cosa sia accaduto da quel  maledetto giugno 2005 fino al primo dicembre quando Valentina Grignola è morta per emorragia cerebrale. Ne faranno parte un neurochirurgo, un medico legale e su richiesta diffusa delle parti anche un  neurologo.Una decisione scontata e annunciata ieri mattina a conclusione dell'udienza che vede sul banco degli imputati per omicidio colposo i neurologi Marcello Manzino e Cinzia Minatel e nellaquale sono stati ascoltati sei periti.Una decisione che il giudice ha motivato allo scopo di fare luce su molti aspetti, come per esempio capire la tempistica della "cefalea sentinella" rispetto all'emorragia letale".Ma questo è solo uno dei tanti aspetti sul quale il giudice vuole avere le idee ben chiare soprattutto dopo le versioni contrastanti fornite dai vari esperti. Lo stesso Marco Gandolfo, perito nominato dalla dottoressa Cinzia Minatel si è detto " in parziale disaccordo con i periti che mi hanno preceduto". Proprio l'universitario genovese ha sostenuto come "al momento della visita non ci fossero segni neurologici che consigliassero la Tac, che non viene mai eseguita senza indicazioni cliniche". Gli avvocati di parte civile Luciano Chiarenza e Rosanna Rebagliati hanno battagliato su  questo aspetto contestando al teste anche la tempistica sul verificarsi della cefalea sentinella e l'emorragia che per Gandolfo "tra i due non passa più di 15 giorni al massimo e non sei mesi come quando  è stata visitata la povera ragazza. La Tac non avrebbe rivelato nulla"." Ma dove l'ha letto professore, perchè i nostri periti non ne sono a conoscenza ? " è stata la replica di Chiarenza. "Sono disposto a produrre documentazione scientifica in questa direzione - ha ribadito Gandolfo - anche se la medicina non è una scienza bianco e nero"."Caso atipico" ha puntualizzato Marcello Canale.In precedenza i testi dell'accusa (e del precedente CTU) avevano evidenziato come un esame radiografico avrebbe potuto evidenziare qualche aspetto in più sulla malattiadi  Valentina e soprattutto hanno concordato con la possibilià di individuare nel primo attacco cefalico  del 6 giugno un sintomo della grave malattia e in particolare che si trattasse di un attacco sentinella. Il processo ai due medici è stato rinviato al 14 ottobre per sentire altri due periti.Giovanni Ciolina