Creato da viandante931 il 23/03/2014

una vita in valigia

una volta inscatolata, la vita non l ho più disfatta

 

 

In un rapporto a due ci sono due tipi di persone...IL GIVER E IL TAKER...

Post n°3 pubblicato il 20 Giugno 2014 da viandante931
 

Se come me nella vita avete sempre avuto rapporti a due, in amore e in amicizia allora sapete di cosa parlo.

Non ho mai avuto una vera e propria compagnia di amici, diciamo che sono monogama in generale e che quindi le mie amicizie erano e sono composte principalmente da due persone: ME e l'altro.


Il mio vero problema è sorto quando ho cominciato a realizzare che in effetti nei rapporti sono un po' sbilanciata, come meglio posso dirlo, se ci fosse un modo di rapportare il coesistere di una zecca con il cane, o di un fungo con un albero alle relazioni umane, bhe in tutti e due casi io sarei la donatrice volontaria di fluidi corporei -.-


Sono quel tipo di persona che è felice solo se rende felice gli altri.

Essere un giver è frustrante, ci scervelliamo su come far felice l'altro senza nemmeno ricordarci come si fa a rendere felici se stessi, si pensa prima a compiacere invece che compiacersi.

La situazione tipica del mio essere GIVER: io prenoto un volo per tornare a casa perchè assolutamente non posso mancare al compleanno della mia amica, non posso proprio....sarebbe orribile per lei, mi sentirei un mostro a mancare e chissà come starebbe male lei a non avermi li.

GIVER: "allora la tua festa la facciamo giovedi' quando ci sono ancora che io poi parto poco dopo"

TAKER: "MMMMMM ,si dai magari io e te festeggiamo quel giorno che ci sei, poi la festa la faccio quando ci sono anche gli altri"

GIVER: " si ma io saro' già partita, non possiamo farla tutti insieme quando ci sono ancora?"

TAKER: "MMMMMM, ok si se dobbiamo" (risposta che ha richiesto uno sforzo di comprensione da parte sua presumo)

Il taker, esemplare molto diffuso nella razza umana non si rende conto del suo essere egoista, spesso perchè cresciuto ed educato da genitori TAKER e quindi abituato al corteggiamento degli altri esseri umani.

Il GIVER potrà provare tutta la vita a trasformarsi in un TAKER ma fallisce miseramente alla prima richiesta tenera di un TAKER che dice:

"Ci sarai vero al compleanno della mia prozia di settimo grado? Mi farebbe tanto piacere."

"MA CERTO COME POTREI MANCARE!"

"E Verrai con me al mio importantissimo convegno sulla riproduzione dei mufloni selvatici?" 

"SICURO QUALE AMICO MAI POTREBBE MANCARE!"

E non è che ci vai in maniera assente, sei effettivamente contento di andare con il tuo TAKER e fargli compagnia.


Riproponendo la stessa situazione ribaltata al contrario si noterà che il TAKER reagirà con un misto di incredulità e sconcerto anche per la piu' semplice richiesta del TAKER.

GIVER: "Hey ma non è che la rimpatriata di classe che non facciamo da anni e che probabilmente non rifaremo per altrettanti la possiamo rimandare di una settimana cosi' posso partecipare?"

TAKER: "Eh ma non è che puoi sempre pretendere che si sposti tutto in base a te, ormai è organizzata COME FACCIAMO A RIMANDARE?"

Il taker non conosce il concetto di dare e avere quindi non sorprendetevi se per lui ogni richiesta sembra un sacrificio inumano è normale!!!

E ditemi cio' che volete ma non esistono rapporti GIVER GIVER o TAKER TAKER perchè sono praticamente impossibili il rpimo saremme una diabetica relazione di pucci pucci mentre la seconda sarebbe la relazione impossibile tra due tronisti.

Insomma amici, essere un GIVER nella vita fa abbastanza schifo ,perchè potete provarci quanto volete,ancora e ancora, ma per quanto vi sforziate la voglia di dare agli altri sarà sempre maggiore del desiderio di fare gli stronzi anche solo per una volta.

E putroppo cio' di solito vale anche in amore, non importa quante volte vi abbiano delusi, quante volte il vostro TAKER non abbia realizzato le mille fantasie che vi sareste aspettati, voi sarete sempre li pronti a cucinargli il suo piatto preferito per vederlo sorridere, o a comprargli le caramelle mentre fate la spesa perchè sapete quanto gli piacciono.

Siete GIVER, e non c'è niente che possa farvi cambiare, ma vi dico una cosa, c'è qualcosa di magico in una persona che vive per il sorriso degli altri, dei propri cari, dei propri amici, c'è qualcosa di speciale in una persona che dona senza prendere.

Forse il mondo è fatto per i TAKER, ma noi siamo fatti di un'altra pasta, perchè chi prende senza donare non capirà mai la bellezza di un sorriso che nasce per merito vostro, di una risata nata per un vostro gesto, e un'espressione sorpresa che spunta dopo una vostra sorpresa.

Essere GIVER purtroppo non si insegna ma penso di essere dalla parte giusta della linea,se siete dalla mia parte sarete spesso delusi, un po' tristi nel vedere il vostro 100% restituito solo al 50%, a volte un po' soli.

Ma in realtà non lo siete perchè per i vostri TAKER siete quelli geniali che fanno le migliori sorprese, e lo dicono a tutti che come voi non ne esistono.

Siete il motivo per cui quanlcuno non vede l'ora di tornare a casa per cenare insieme e si vanta dei vostri manicaretti, siete quella persona che si nomina in ogni discorso semplicemente perchè eravate presenti in ogni momento importante della vita di chi amate. Voi siete quella persona speciale di cui tutti alla fine hanno bisogno un po' tutti.

E forse, inaspettatamente, per qualcuno siete un TAKER ma non ve ne siete mai accorti.

Pensateci ;)



 

 
 
 

Se mai scegliero'...come si chiude la valigia?

Post n°2 pubblicato il 10 Maggio 2014 da viandante931
 

A 25 anni, non so ancora cosa faro' da grande,

ho fatto piu' lavori di chiunque altro nella mia vita, sono stata un  promoter e ho scoperto che cercare di vendere alle persone non era il mio forte, perchè cercavo sempre di farle risparmiare.

Ho lavorato in una profumeria e ho scoperto che mi piaceva molto di piu' truccare le clienti che vendergli i prodotti.

Ho lavorato in un negozio di intimo e tutto quello che ho imparato è la corretta taglia del mio reggiseno.

Ho lavorato nell'import export e riuscivo solo a pensare ai bei posti che la merce che spedivo riusciva a vedere.

Non sono mai stata licenziata, anzi nel mio essere stralunata riuscivo sempre a dare il mio meglio al mio impiego momentaneo, non so come ma riuscivo a vendere, riuscivo a gestire le merci e qualsiasi altro compito mi veniva assegnato.

Ho letto da qualche parte che questo è dovuto al fatto che il mio cervello ha un sacco di neuroni a specchio e che quindi prova piacere nel compiacere le persone.

Si adatta al contesto in maniera rapida e reagisce in maniera da immedesimarsi perfettamente nel ruolo assegnatogli.

A volte vorrei averne meno di quei neuroni a specchio, vorrei fare schifo in un lavoro in modo da sapere per certo che quella non è la mia strada, vorrei sapere che non devo lavorare in un negozio o che non devo lavorare come animatrice nei villaggi, (si sono stata anche li per parecchio tempo), vorrei sapere che la mia strada non è lavorare in un canile solo perchè mi piacciono gli animali, e vorrei sapere che disegnare non è la mia passione solo perchè mi riesce bene, vorrei sapere se la mia strada è lavorare con i bambini perchè gli piaccio un sacco o se devo dedicarmi al volontariato perchè aiutare gli altri è una cosa bella.

Adesso sono una semplice cameriera in un paese straniero e imparo una lingua nuova, e mi piace, una di quelle cose che mi piace davvero è cominucare con chiunque senza problemi, imparare lingue nuove è stupendo, come disegnare.

Ma cosa potrà mai fare una cameriera lontana da casa, che parla qualche lingua a cui piace disegnare e che ama gli animali?

Cosa si puo' raccontare a mamma e papà quando tutto quello che sai è questo?

Quando da piccola non eri come gli altri bambini e non volevi essere nè astronauta nè ballerina nè veterinaria?

Come glielo dici a mamma e papà che sapere chi sei e cosa vuoi dalla vita è il lavoro piu' difficile del mondo e che forse per questo non riesci a disfare la viligia e fermarti?

Che non puoi scegliere dove fermarti finchè non hai visto tutto, che non puoi sapere se qualcosa ti piace finchè non l'hai provato sulla tua pelle.

Tutte le persone che mi hanno assunto mi hanno detto che ero piena di risorse ma che forse queste risorse erano troppe e non sapevano bene dove inserirmi perchè avevo attitudine per tutto, è come essere bravo in tutto e in niente.

Il mondo è basato sull'eccellenza, chi lo vuole qualcuno che è bravo in tutto ma non è superbo in niente?

Come si chiude la valigia?

Ho visto paesi diversi, cieli diversi, ho avuto compagni di viaggio diversi, e diversi colleghi...dovrei forse fermarmi adesso?

Quando si passa da essere sognatori a falliti? Qual'è l'età giusta? 

Il mio compagno mi dice spesso che non si vive di sogni e speranze e forse ha ragione, ma come glielo dico che io ancora ci credo?

Ci credo che si possa fare quello che si ama senza accontentarsi.

Se non è stato in California e non è stato in Grecia e non è in Germania o in Italia forse è solo perchè non ho ancora comprato il biglietto aereo giusto.

 
 
 

se dovessi dirvi...A

Post n°1 pubblicato il 23 Marzo 2014 da viandante931
 

Se dovessi dirvi quando ho pensato per la prima volta a contemplare il viaggio come forma di vita, vi direi a 16 anni.

16 anni era la mia eta' preferita da bambina, non vedevo l' ora di raggiungerla. Se da piccola si facevano giochi di ruolo io ero sempre una bellissima ragazza grande di 16 anni.

I 16 anni poi sono arrivati e di sicuro non era un bellissimo fiorellino diciamo che sono sbocciata piu tardi ma comunque non mi hanno delusa, il mio primo amore e' stato a 16 anni, mamma mia, me lo ricordo come se fosse ieri, la prima volta in cui ho pensato che qualcuno mi credesse bella, i primi appuntamenti e i primi coprifuoco che più che coprifuoco erano ore d aria.

Lo  stesso anno ho scoperto che i miei genitori si tradivano, e (si qui i 16 anni hanno pensato bene di bilanciare gioia e dolori, tanto per non strafare) e  cosi tra litigi, avvocati, pianti e urla un piccolo pensiero si e' insinuato nel mio cervello: "io qui non ci voglio stare voglio andare via", un pensiero che battezza più o meno tutti nella vita senza causare gravi conseguenze di solito.

Ma come dice una moderna canzone "be careful what you wish for cause you just might get it" e cosi Una mattina la mia compagna di bagno nonché' migliore amica di allora (che poi e rimasta la stessa anche adesso) arriva in classe e mi dice: "il prossimo anno parto per l america, faccio lo scambio culturale!" 

E forse la più incoerente frase da me pronunciata nella vita venne alla luce:

"Wow!!! Io non potrei mai farlo, con la situazione che ho a casa cosa faccio lasciò mia sorella da sola? Non potrei proprio!"

Una settimana più tardi i miei documenti erano pronti insieme ai suoi.

Un viaggio che ci ha cambiato la vita. Il mio più che un viaggio era una fuga ma noi non stiamo li a guardare il pelo nella uovo giusto?

Ed e' un po di questo che il mio blog parlerà, di tutti i modi in cui i miei viaggi mi hanno cambiato la vita, cercherò di farvi capire gli sbagli che si possono commettere durante ogni esperienza, almeno fino a dove sono arrivata io.

Ogni viaggio mi ha portato a lacrime, pazzia, e crescita e se posso farvi saltare la fase delle lacrime allora avrò raggiunto il mio scopo, la fase della pazzia la salverei perche' e' davvero la mia preferita. 

 

A presto con la prima delle avventure!

 

 

 
 
 

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