UNICA_MENTE

dialetti e culture


In viaggio tra le regioni italiane che mi affascinano, a parte la mia adorata isola, mi trovo a riflettere sulla bellezza intrinseca di ogni dialetto regionale, tra quelli che conosco:  il romanesco il napoletano, il lombardo tra i più agevolmente comprensibili, il sardo, il siciliano, il calabrese e recentemente ho scoperto il piemontese. (mi scuso con i veneti   e tutti gli altri ma devo approfondire).un metodo molto semplice per approcciare ai dialetti sono i modi di dire, i proverbi, piccoli tesori, anzi piccoli forzieri che custodiscono e tramandano la cultura e la saggezza sviluppata nel tempo da una popolazione, la via più semplice per comprendere le radici di modi di pensare e conseguenti comportamenti.ma un altro esercizio utile è anche la comparazione, ovvero la ricerca di detti simili ovvero che esprimono concetti similari, in dialetti diversi e quì si scoprirebbe la vera unità d'italia, perchè dalle alpi ai peloritani alcuni detti sono così talmente condivisi da ravvisarsi una radice culturale comune.oggi ho aperto a caso delle pagine di un libro di detti piemontesi, alcuni davvero succosi, li propongo facendone omaggio alla mia piemontese doc.Da la cà a s'conòss el padrondalla casa riconosci il padrone, l'abitazione è specchio dell'individuo non importa se grande e lussuosa o piccola e spartana, se è pulita e curata così è anche chi vi abita.Dal beu davanti, dal caval darè e da la fomna da tute le part:dal bue davanti, dal cavallo di dietro e dalla femmina da tutte le parti, come a dire che dal bue bisogna guardarsi dalle corna, dal cavallo bisogna guardarsi dai calci, ma dalla donna bisogna guardarsi dapertutto perchè ancora più pericolosa.proverbi tratti da: proverbi e modi di dire piemontesi, di claudia bocca e massimo centini per new compton editori.