La musica del caso

IVAN ILLICH


Il pensiero di oggi è per la scuola, l'educazione, l'omologazione e la società condizionata/ante....insomma il pensiero di oggi ruota attorno ai soliti e fondamentali interrogativi - Quale libertà e quali possibilità di essere liberi esistono all'interno della condizione umana?Ecco cosa scrive il filosofo-pedagogista Ivan Illich nei suoi due libri più famosi intorno al tema della scuola e dell'istruzione.......erano gli anni 70 ed i  libri in questione sono "Descolarizzare la società - 1971" e "Distruggere la scuola - 1972". Il male fondamentale della società contemporanea sta nel mito dell'uguaglianza che alimenta e formalmente proclama da un lato, e la effettiva disuguaglianza che produce dall'altro. Inevitabilmente la scuola è il centro di produzione dell'ideologia oppressiva e mistificante del potere politico e socio-economico: poiché non è possibile riformarla, bisogna abolirla. Per questo l'attuale è l'era della "descolarizzazione": la cultura non è che una merce, venduta in un luogo chiamato scuola, distribuita dagli insegnanti, consumata dagli allievi che ne restano indottrinati e condizionati. Il vero programma della scuola, occulto dietro quello apparente, è di inculcare la passività e di indurre al consumo "obbligatorio e competitivo" di una cultura fittizia e mistificante a fini di promozione e successo sociale. Poiché la scuola tende ad autoaccreditarsi come unica fonte di acculturazione per un efficace inserimento in un apparato economico fondato sul profitto e sullo sfruttamento, essa costituisce il cuore del sistema di riproduzione sociale. Con la sua eliminazione l'intero sistema entrerà in una crisi irreversibile da cui potrà emergere una società più libera: il progetto pedagogico si intreccia fino all'identificazione con quello di rivoluzione politico-sociale. In alternativa alla scuola si potranno proporre momenti formativi immersi nel sociale, cosicché l'individuo sia educato a contatto con l'esperienza, in un modo più diretto, umano e libero. Occorre sostituire alle aule e algli ambienti scolastici tradizionali strutture aperte: luoghi appositi per l'apprendimento formale (biblioteche, laboratori ecc.) e per l'apprendimento diretto tramite l'esperienza (botteghe, fabbriche ecc.).; iniziative e strumenti per mettere in contatto chi insegna e chi desidera imparare, anche per poter effettuare scambi di competenze; libera socializzazione mediante la formazione di gruppi di lavoro; creazione di un "annuario degli educatori" per la scelta degli esperti di cui avvalersi in base ai propri bisogni. L'intero progetto auspica la creazione di una "nuova convivialità" come fonte di democrazia, presuppone cioè che la società diventi luogo di scambio, di confronto e di contatti in modo che gli individui possano, attraverso anche un uso non alienante e più critico dei mezzi di comunicazione, liberamente scegliere tra diverse offerte formative nei modi e nei tempi rispondenti alle loro esigenze.tratto da http://www.ilgiardinodeipensieri.eu/storiafil/pancaldi-4.htm