La musica del caso

Herbert Marcuse - "Dalla dimensione produttiva alla dimensione estetica"


Una confortevole levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico.Nulla sfugge a questa non-libertà, tutte le classi, compresa la classe operaia, sono ormai pienamente integrate nel "sistema"; solo fuori del sistema, si potrebbe ancora trovare qualche potenziale rivoluzionario, "al di sotto della base popolare conservatrice", tra gli emarginati, " il sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati di altre razze e di altri colori, dei disoccupati e degli inabili" -  " è solo per merito dei disperati che ci è data la speranza".La produttività tende a distruggere il libero sviluppo di facoltà e bisogni umani, la  pace è mantenuta da una costante minaccia di guerra, la crescita si fonda sulla repressione delle possibilità più vere per rendere pacifica la lotta per l'esistenza.Il fatto che la grande maggioranza della popolazione accetta ed è spinta ad accettare la società presente non rende questa meno irrazionale e meno riprovevole. Gli uomini devono trovare la via che porta dalla falsa coscienza alla coscienza autentica, dall'interesse immediato al loro interesse reale. È possibile far questo solamente se si avverte il bisogno di mutare modo di vita, di negare il positivo e di rifiutarlo. È precisamente questo bisogno che la società costituita si adopera a reprimere, nella misura in cui essa è capace di "distribuire dei beni" su scala sempre più ampia e di usare la conquista scientifica della natura per la conquista scientifica dell'uomo.Nella società industriale avanzata, l'apparato tecnico di produzione e di distribuzione funziona non come la somma di semplici strumenti, che possono essere isolati dai loro effetti sociali e politici, ma piuttosto come un sistema che determina a priori il prodotto dell'apparato produttivo, tendente quindi a diventare totalitario in quanto determina non soltanto le occupazioni, le abilità e gli atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali. In tale modo esso dissolve l'opposizione tra esistenza privata ed esistenza pubblica, tra i bisogni individuali e quelli sociali.  E ALLORA? COSA FARE? QUALI SPERANZE? Nella dimensione umana DOVRA'  prevalere la Dimensione Estetica!!!!La permanenza dell'arte intesa come dimensione insopprimibile e fondamentale della convivenza sociale. La società come opera d'arte.L'arte e l'estetica, la bellezza in tutte le sue forme e la creatività umana restano l'unico antidoto contro questa insopportabile realtà e rappresentano le uniche armi non soggette al mercimonio della produttività controllante e dominante.