NEL CIELO

Tamponamento stellare


tra quattro galassie A cinque miliardi di anni luce dalla Terra. L'urto genererà la galassia più grande dell'universo
WASHINGTON (Usa) - A cinque miliardi di anni luce dalla Terra quattro galassie,
ognuna costituita da miliardi di stelle, si stanno scontrando nella più grande collisione cosmica mai osservata. Le immagini di questo colossale «tamponamento spaziale» sono state catturate casualmente dal telescopio spaziale a infrarosso «Spitzer» della Nasa (in orbita dal 2003) puntato su un ammasso di galassie (CL0958+4702) e dal telescopio di terra «Chandra». La scoperta è pubblicata dall'Astrophysical Journal Letters e le prime immagini sono già disponibili sul sito della Nasa. Le collisioni tra le galassie sono abbastanza comuni, causate dalla forza di gravità che spinge i corpi celesti l'uno contro l'altro su una scala però di milioni di anni. Finora, però, gli unici fenomeni ben documentati riguardano oggetti molto grandi che attirano quelli più piccoli, come nel caso della «Galassia Ragno» che ne sta attirando a dozzine nella sua «tela» di gravità. In questo caso, invece, tre delle galassie hanno le stesse dimensioni della nostra, mentre una quarta è tre volte più grande. Non è la prima
volta che un telescopio mette in evidenza un urto spaziale, ma mai di questa portata. Insomma, «il più grande incidente stradale dell'universo» sta per generare una nuova galassia di enormi dimensioni e senza precedenti, almeno per ciò che sappiamo noi. «Quando il mescolamento sarà completo - spiega Kenneth Rhines del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, che ha condotto lo studio - sarà una delle più grandi dell'universo. Questi dati sono la prova che gli oggetti maggiori che osserviamo si formano proprio con queste collisioni».Per spiegare cosa succede si può pensare a «quattro camion pieni di sabbia, che si urtano e versano sabbia dappertutto», afferma Rhines. Una volta esaurita l'energia della collisione si avrà la più grande galassia mai formata. Per avere un'idea delle sue dimensioni: il nuovo sistema sarà dieci volte più voluminoso della nostra «Via Lattea».Dal Corriere della Sera