NUR ALA NUR

LA CITTA'MALATA..


BISMILLAHIAs salamu alaykum..Dedicato a Chiara, Fatima,Salima, Rosa, Fausia, Oxana, Mariam piccola e Mariam Grande,Alicevirtu,Lamiapelle,Cavolinodibruxselles e sorellina, Antonella, Patrizia, Zuleyka,Saliha,Liebe88,Zaynab,Halima,My sweet sweet life,Alunaberserk,Lamagiadeglielementi,Sarah,'Aishah..all'amato fratello Abu Ismail, a Jamaluddin..Ulissezen,Umamau0,Suntree,Prufrok,Sandor_M,Eugeniot, PabloGonzales,Praj,Jon.L,Aracnomania,I.Quelin,L.Shonard, Parsifall, a Salvatore Musicante,...e a tutti coloro che avranno la santa pazienza di leggerlo fine alla fine :°).."Vi era una citta' la cui fama aveva conquistato il mondo.Vi erano dense foreste,vaste praterie,monti e valli dove fremevano fiori selvatici,laghi e fiumi con onde trasparenti, fragorosi torrenti, cavalli bradi tra il verde e il vento,cervi,caprioli,cerbiatte,greggi nello splendore dell'erba,animali senza timore si avvicinavano alla citta' per giocare con i bambini..a quel tempo,la gabbia non era stata inventata.A quel tempo non si costruivano mura e non si scavavano fossati. La citta' era un parco,con fiori,boschetti,case sobrie, discrete,piacevoli da guardare,riposanti da vivere.I giovani e le fanciulle si consacravano alla bellezza della citta',alla sua cura,alla sua atmosfera.Gli adulti gustavano l'ombra dei platani e discorrevano.I bambini facevano zampillare ovunque la loro presenza,giocando allegri e rumorosi..A quel tempo essere malinconici e tristi significava riconoscersi ammalati e andare a consultare il saggio della citta',il guaritore dei corpi e delle anime.A quel tempo,molto prima del cataclisma,gli uomini ignoravano il dominio e la servitu'..gli unici padroni incontrastati della citta' erano i bambini,a quel tempo si credeva ai bambini.Regnava la convinzione che essendo naturalmente iniziati ai Misteri,fossero conniventi con la natura..parlavano la lingua degli uccelli,erano familiari degli spiriti del luogo,i fiumi,i monti,i laghi e le foreste parlavano al loro cuore.A quel tempo i bambini conoscevano il segreto della caverna,e venivano regolarmente consultati per decidere del governo della citta'.Un giorno,all'improvviso nubi di piombo giunsero minacciose,un vento glaciale porto' con se' l'impietosa amarezza e l'angoscia sconosciuta,avvolgendo la citta'..il cielo partori' il suo dolore,una figura impettita e sinistra avanzava...Dalla foschia emerse lentamente,aureolato di un'arrogante maesta',il Cavaliere Nero,si fermo' davanti alla folla;gigante vestito di tenebra, appollaiato su un cavallo gigantesco dal petto d'ebano e di fuliggine,con una mano teneva le redini del suo mostruoso destriero,e con l'altra brandiva una lancia...Sul capo,un elmo d'acciaio calato sugli occhi come una visiera,sulla fronte dell'elmo in rosso l'immagine di un drago.Dal suo viso cinereo esalavano sbuffi di collera,simili a fuochi di fornace,la bocca contorta nell'odio lasciava intravedere denti abominevoli,e gli occhi erano come due coppe di sangue...Con voce di tuono infine parlo':" Brava gente,plebe inetta e insignificante! Mi chiamo EGO,erede e fondatore della dinastia omonima, sono guerriero invincibile, sono il conquistatore del Mondo,sono il Capo illimitato.La vostra citta' mi appartiene,d'ora in poi sarete ai miei ordini:i sottomessi,i prudenti,i codardi godranno della mia alta protezione e potenza.Turbolenti, guastafeste e ribelli,avranno mozzata la testa.A quel tempo si ignorava tutto della violenza...una cerva pacifica brucando irrito' il Grande EGO,che levo' il braccio e scaglio' l'arma con forza,la lancia trafisse il fianco del grazioso animale..e tutti videro il sangue bagnare la terra nera...videro un fuoco all'improvviso che non avevano mai visto.Il Grande EGO alle donne ordino': "Sono sfinito, ho fame, ho sete..un letto per il mio riposo, e che sia il migliore! Arrostite la cerbiatta!Avro' una notte accanto alle vostre teste! HO DETTO! "...Un silenzio opaco venne a oscurare la terra,gli uccelli tacquero,nessun animale si avvicino' piu' alla citta'...La cerva immagine dell'innocenza, liberta' incarnata che il Capo illimitato immolo' quella sera segno' inconsapevolmente la nascita di una nuova storia,la fine di un era.Fecero la conoscenza del lavoro.Prima di allora, si intraprendeva un'azione per desiderio,la si proseguiva per diletto, la si portava a termine per il piacere. Il lavoro si rivelo' subito segnato dal sigillo dello sforzo,della pena, della ripugnanza; iniziato con la mancanza di consenso,si sviluppava nella sofferenza, e terminava per disgusto...Tra le donne,le meno sventurate,forse,furono quelle divenute schiave del Gran Capo,abitanti sottomesse,prostitute docili ai capricci del Tiranno.I bambini non giocavano piu',non potevano ridere.Non furono piu' veggenti ..era proibito divertirsi,scherzare, sorridere,era proibito tutto quello che infastidiva il Grande Conquistatore,su tutto si indispettiva al riso,al gioco,alle grida allegre dei bimbi,ai canti degli uccelli,ai baci degli amanti......" Per tutta una lunga vita errante attrraverso oceani e pianure,vallate e alte vette,ho percorso,attraversato e visto germogliare qualche verita'.Con la prima un cammino si dirige fino alle rive perdute dell'esistenza:passa inevitabilmente per l'inferno.Nella seconda, l'inferno e' l'Io..Sotto la terza, l'altro appare a salvarmi,a trarmi dall'inferno:e' il prossimo, e' colui il cui amore m'aiuta ad ormeggiarmi..."...SUBHANA ALLAH!!SALAMNur ala Nur