Anemos

Tattoo...


 La incontrai a Tokio sul vagone dellametropolitana che scorreva in superficie,era arrivata portando con se un profumoacerbo e dolce allo stesso tempo.Chiusa in un abitino stretto color pescae un piccolo cappellino bianco conteneri ricami e  merletti di pizzo.I capelli di un nero abissaleannoccati all'indietro con una trecciafinemente elaboratache lasciava scoperto il bianco di una nucadelicata come il suo colloliscio e magro. 
 Si sedette facendosi largo tra gli sguardidella gente con eleganzatenendo sempre lo sguardo basso.Pose una mano sul sedile e notaii guanti di un bianco accecantepoi disse qualcosa che non riuscii a cogliere e attese che rispondessima io mi ero gia perso tra il raffinatoaccento che usciva dalle sue labbra rosse.La sua voce mi penetrò la testa,  un richiamo carico di una sensualità potente, una musicalità vibrante a me sconosciuta,dolce e chiara ma appena un soffio,come il canto di un uccello timidoe intirizzito dal freddo.Piegò le ginocchia e lasciò scivolare le anche sinuose sulla seduta.Mi accorsi che ero perduto in quei suoimovimenti misurati ma mai  artefattivagavo in una dimensione fuori dal tempocome un ombra che si posa sul mondoper la prima volta e ne avvolgeogni suo mistero.La guardai fissa nel viso e lei purmantenendo basso lo sguardo si accorsedel mio interesse... Credo di averla vistaarrossire, un leggero velo di rossole pennellò le guance mentre continuavoa studiarne i lineamenti  come un pittorenel pieno della sua creativa visione.Mi concentrai sul petto e su quel suo ansimaremisuravo il gonfiarsi del seno sottogli ansiti idel suo respiroe capii che era in soggezionecosi pian piano volsi lo sguardo al di ladel vetro del finestrino.I palazzi scorrevano via comepile di simulacri imbiancati dal solema dentro la mia testa l' immagine di leisi era impressa come una formella di argillatra le mani di uno scultore.I suoi occhi scuri rigati di neroil naso piccolo e regolarele guance pallide e una bocca mutache sapevo avrebbe saputo cantare innialla gioia e far perdere di sennoqualsiasi uomo che su quel trenostava dividendo i miei stessi pensieri. 
 Alzò lo sguardo per un attimo e i suoiocchi penetrarono i mie, fu inquell'istante che sentimmo entrambiche una fune era stata legata aicardini delle nostre vitee che si era tesa con forza.Lentamente  eravamo scivolati unonell'altro come acqua di una cascatanel fondo di una pozza.Si alzò come turbata e io glielo lessi in facciami alzai con lei nel silenzio che ci avvolgeva,frugò in borsa come disperatama nulla stava cercandose non il coraggio e il pensiero che stavasmarrendo.Sarebbe scesa di li a pocoe di li a poco io sarei rimasto su quel trenoper non rivederla mai più.Le posi una mano sulla borsa senza dire nullamentre qualcuno di sbieco lanciava uno sguardoin attesa di un finale aperto su quell'attimo che avrebbe cambiato per un pò tuttala mia vita.  
 I suoi occhi prima nervosi sembrarono quietarsiil suo sguardo si levò verso il mio mentrele sue labbra sembrarono più gonfie,  aperte come attraversate da un alitodel suo respiro che profumava di menta.Non disse nulla solo un piccolo suonoquasi impercettibile e fece per andarsenetornando ad abbassare lo sguardo tra la gente.Non ho mai contrariato il mio istintoma ho sempre seguito la mia indole e i miei desideri.Mai ho lasciato che la vita mi passasseinnanzi senza tentare di prenderne la mia partee cosi anche questa volta non lasciaiche quella goccia cristallina scivolasse vianelle acque di quel fiume per correreal suo mare.Scesi con lei e con lei rimasi un anno.Ricordo ancora il suo profumo di speziee il suo tattoo sul suo delta di venereuna chiave con un soleuna chiave che apre le tutte le portequelle del cuore e quella della vita...Dominus_Flamel