EFFETTI PERSONALI

"NEI CIELI DI VAN GOGH"


"Notte stellata" 
"Notte stellata sul Rodano" 
"Campo di grano con cipresso" 
           "Campo di grano con volo di corvi"  Guardando le opere di Vincent Van Gogh,posso ammirare, soprattutto, l'anima dell'artista,specie se lo sguardo indugia nei suoi cieli.   
 Negli anni, ho avuto la fortuna di visitare diversi musei e gallerie: amo l'arte e chiunque abbia lasciato testimonianza del proprio talento ai posteri. Ammiro moltissimi artisti, in ogni campo, ma devo confessare che ho avuto sempre un 'debole' per lui: Vincent. Aldilà del 'pittore', ho amato la storia dell'uomo Van Gogh. Per una strana combinazione, una sorta di associazione di idee, da ragazzina, lo identificavo nel protagonista del celebre romanzo di Dostoevskij, "L'Idiota". Al principe Myskin avevo dato il volto di Vincent. Amo profondamente le persone dal gran cuore, e che, proprio  a causa del loro gran cuore, subiscono ingiustizie. Di Van Gogh, i più sanno che era un grande pittore, un po' 'instabile' psicologicamente; pochi sanno che l'uomo era così tanto sensibile, dal sentirsi enormemente  turbato dalle condizioni di povertà e di indigenza in cui versavano molti del suo tempo. Così tanto che, per anni, si fece 'buon samaritano' per la povera gente, al punto tale dal non avere neanche di cosa cibarsi e di che coprirsi, tanto si prodigava. E, proprio come il personaggio di Dostoevskij, fu, soprattutto, 'compassionevole'.  Bisogna essere davvero dei 'grandi' per provare 'compassione';  non quella che di solito ci fa dispiacere dell'altro. No... La compassione che ci fa sentire, provare ed 'essere' come l'altro. Forse è questa la cosa che lo distingue dagli altri, che gli dà quel qualcosa in più...
"Vista dai tetti di Parigi"  Giugno, 2015Mai nella vita avrei creduto di poter provare una tale sensazione, dinnanzi a un'opera d'arte. Dapprima, imbambolata a guardare la moltitudine enorme di  schizzi, disegni, dipinti. Poi, forse l'overdose di bellezza, non saprei, in una sala del 'Van Gogh museum', ad Amsterdam, mi sono ritrovata davanti a questi quadri,  (quello qui sopra e l'altro, sotto) su cui Vincent, trasferitosi a Parigi per un certo periodo,  aveva riversato le domande, le incertezze e i tormenti della sua giovane età. Quasi una 'trasfigurazione' dell'uomo in artista dal talento inconmensurabile. Lì, in silenzio, mi sono ritrovata 'da sola'. Tutto era annullato: gli altri quadri, i visitatori, i suoni. Mi sono sentita 'nell'opera'! Forse, sentivo le stesse sensazioni che 'lui' avrà provato nel realizzare quei dipinti.  Non saprei... Non so neanche se si trattasse della celebre sindrome. La cosa che so per certa, è che la commozione era tanta, irrefrenabile...Ne parlavo, tempo fa, con una persona sicuramente molto più competente di me, e, per esprimere quello che avevo provato in quel primo pomeriggio di metà giugno di due anni fa, mi è venuta spontanea questa frase: "Credo che ognuno di noi abbia un limite di 'sopportazione'per qualunque cosa,anche alla 'troppa' bellezza!" 
"Vista da Montmartre"  "La bellezza salverà il mondo!"( Myskin - L'idiota -)  Sì,Spero proprio di sì!     Amistad