Il sotto scala

Valentina


2° parte La mattinata passò in un baleno,  a casa i suoi genitori l’aspettavano per pranzare insieme. Di solito era sempre una festa, papà scherzava con Valentina e la mamma restava ad osservare sorridendo, si raccontavano delle esperienze della giornata, Valentina raccontava di cosa aveva imparato a scuola e il suo papà  di qualche buffa e comica situazione che capitava tra i colleghi di lavoro e si finiva sempre a ridere a crepapelle. Quel giorno però non era così, il suo papà mangiava taciturno la minestra guardando nel piatto come se vi cercasse dentro qualche cosa, Valentina invece era come sempre e raccontò ridendo del suo compagno Marco che si nascose sotto il banco per non farsi vedere dalla maestra che lo voleva interrogare. Basta! tuonò il papà, è buona educazione mangiare in silenzio! Valentina ci rimase così male che non riuscì nemmeno a finire di mangiare, la mamma li guardava tutti due con aria preoccupata. Valentina rimase con gli occhi bassi non sapendo come comportarsi. Scusami Valentina, disse il papà, ma è che oggi ho un gran mal di testa, ora se hai finito vai in camera tua, avrai senz’altro dei compiti da fare. Valentina si alzò piano e augurò loro buona giornata come sempre faceva e si avviò verso la sua cameretta, mentre saliva le scale sentì le loro voci, suo padre piangeva, l’azienda dove lavorava stava per chiudere e gli avevano consegnato la lettera di licenziamento, i conti in banca erano quasi in rosso perché spendevano molto per comprare vestiti e altre cose per Valentina, avrebbero avuto dei tempi duri da ora in avanti ma si promisero di non dire niente alla bimba. Valentina corse in camera sua e pianse così a lungo che il suo scrittoio divenne un lago. Aveva scoperto che suo papà le aveva raccontato una bugia, non lo aveva mai fatto. Chiamò la voce con insistenza, ti prego vieni ora ho bisogno di parlare con te, ma nessuno rispose anche lui mi ha raccontato una bugia disse singhiozzando, mi disse che sarebbe restato ancora per qualche giorno ed invece se n’è già andato. Si addormentò  dopo cena con la tristezza nel cuore.  Valentina…, Valentina svegliati. Lei aprì gli occhi ma finse di essere indifferente, ah sei qui disse.