L'uomo senza qualità

Meriggiare pallido e assorto


 
  La casa ha grandi stanze, lunghi corridoi, angoli imprevedibili, è un affastellamento di luoghi e muri, di tempi passati, ricordi frammentati, sfumati in questa luce ocra, eppure vicini e vividi.Nei molti nascondigli, evanescenti e indecifrabili tracce non della vita, ma di ciò che ne permane, scarti, rimpianti non più pungenti, gioie un poco appassite. Su tutto, il velo dell’anima che si assottiglia, evapora in questa luce usurata, in questo deserto che affanna il respiro.Poi, dalle pareti chiare, un soffio gentile, una brezza di odoroso azzurro sbiadito, rugoso e pungente, si fa nostalgia che acquieta.E' il tuo sguardo stupito, gentile e triste, come a volte la vita. La tua rabbia, la tua rassegnazione. Per me è la tua leggerezza, la trasparenza delle figure che popolano le tue stanze.E' il pomeriggio silenzioso, “pallido e assorto”,denso della luce pigra dei pomeriggi di mezza estate, è questa cucina appena lavata. E' aria di speranza, e l'odore dolce di un mazzetto di gelsomino.Sta, in questo silenzio sospeso la tua figura aggraziata, minuta, rannicchiata sulla sedia come un gatto. E in questa frescura, la vita lentamente si scioglie, come l'ansia evapora nella tiepida ombra del pergolato amico.E il tempo, il tempo finalmente indulgente si placa, regala schegge di emozioni, piccoli ricordi, freschi.Immagini di una campagna viva, sporca, come le cose inviolate. Di un selciato che odora di susine calpestate, di voci che si perdono, di una ragazzina con capelli neri e ciglia nere dalla voce roca e la grazia attenta e sguaiata di un uccello.E come un vento amico, la memoria, calore dell'anima, si posa in questa stanza calda, su questi quadri appesi, sfuma nell'odore di questa cucina troppo usata, dalle persiane accostate.In questo regno del silenzio. Siena, luglio 2013