L'uomo senza qualità

Le parole sono suoni


 
  C'era un cortile sotto, e loro parlavano portoghese, un suono triste, nel cortile c'erano vecchie scatole, sacchi di sabbia, il selciato a mattoni grigi e non bene accostati fra loro. La cosa più importante era che parlavano portoghese. Strano, che esista gente capace di parlarlo. Le parole sono suoni, e non hanno nemmeno il valore dei colori dipinti sui muri. Le parole provano a stamparsi sui muri, ma non sono capaci. Rimangono come polvere sottile nell'aria, frizzante, luccicante. Poi, siccome è notte, scorrendo mano a mano sui muri, si perdono.L'inverno che s'infilava sotto la finestra, un poco di nebbia impastata di sporco e sapori di fritto, le foglie dei viali, la notte opaca che neppure rifletteva le luci della città, e tutto finiva lì, un palmo sopra i tetti, c'erano alla finestra panni stesi che non si sarebbero mai asciugati, e piante ancora verdi. La gente stampata sul muro arancione parlava, ogni tanto s'interrompevano e si formava il silenzio, consistente e sferico, di passaggio; calor fumo, se ne andava rapidamente, loro ridevano e c'era uno che suonava. Si chiamavano con diminutivi e la luce non era forte, ma il muro arancione la rifletteva come una palla, ogni volta la palla lo colpiva, si dissolveva, un breve fuoco d'artificio, luce. Dedicato, 15 novembre 2013