L'uomo senza qualità

Ricordare


 
 A volte penso sarebbe bello potersi posare da qualche parte, e  ridursi sino a diventare  una piccola cosa, sola e singola, che non prova timori, un oggetto semplice, senza rilievi, senza qualità, avere pochi giorni in mente, e non questo enorme libro così faticoso da trascinarsi dietro, ricettacolo di voci scordate, a cui ogni tanto un’altra si aggiunge, con la sua ellittica di nostalgia, che ti fa vergognare dell’oblìo in cui l’hai abbandonata,  eppure  era  bella,  era  stato  bello  viverla,  ma  ormai  sei troppi  ricordi,  sei  troppi  giorni  memorabili,  e  anche  quelli  che memorabili non sembravano lo sono adesso per il fatto di essere persi per sempre, hanno luci vivide, colori caldi, atmosfere perfette che nella realtà non sono neppure  esistite, chissà da dove ci arriva questa facoltà di aggiustare i ricordi?Il cuore fibrilla per paure di chissà quali tempi, e il respiro si spegne a che una calma si formi.Le vite vissute si mescolano con quelle lette, le fatiche dell’estate con la sua luce e la sua aria, ecco che mi ritrovo con le mani sotto l’acqua di una fonte sulla strada, a mezzogiorno di un abbacinante giorno di agosto, davanti all’indicazione di un sito archeologico, la storia mi ferma a questo bivio con la sua tremenda forza di attrazione, quella sensazione di familiarità col passato, di essere già stata qui mille e mille anni fa, di essere parente degli uomini che ci abitarono, di avere ritrovato un tratto del tempo di cui faccio parte, quella retta di senso che parte da lontanissimo e che porta fino a qui e adesso, della cui esistenza mi ricordo solo quando incrocio punti che riaffiorano, come  questo ...