diamante tra le mani

disse quel sì...


Dopo una settimana esatta, mi ritrovo in una chiesa. La scorso sabato è stato un giorno di grande festa, abiti colorati e lacrime sinceri nel veder percorrere la navata, bella come una dea nel suo abito bianco e felice come non mai, quella cuginetta che per me è un po' sorella. Splendeva il sole e l'aria era serena.Oggi è diverso. Piove a dirotto. Io e altre tre anime prave calpestiamo il sagrato, in ritardo e con la morte nel cuore perché sappiamo cosa sta per succedere, e nonostante il tempo per prepararsi ci sia stato, non ce ne facciamo ancora una ragione. Ci disponiamo in fondo (come il pubblicano?), nell'angolo, appoggiati al muro, strano che non siamo tutti vestiti di nero.Quella grande chiesa mi opprime. Si parla di voti di povertà, ma tutta la parete di fondo è ricoperta da un sontuoso mosaico moderno dorato. E alle prime parole dell'omelia lo sforzo per non scappare fuori diventa sovrumano. Parla di Lei, dice che a differenza di molti riuscì a passare a medicina e ad ultimarla con il massimo dei voti; che arrivata al punto di scegliere una specializzazione, ha voluto di più, è andata oltre; che i giovani d'oggi non sanno più sognare, per loro il massimo è fare il lavoro per cui si ha studiato tanto nella vita, mentre Lei ha saputo volere di più. Ironizza su quello che avrà pensato la gente, che abbia avuto una delusione amorosa (oh stolto, non sai che pugnale hai piantato nel costato del suo ex fidanzato, in piedi poco distante da me) o che le abbiano fatto il lavaggio del cervello.Io non sono nessuno per esprimere un'opinione. Sono una giovane che non ha saputo guardare oltre, scomunicata, vivo nel peccato, non mi sposerò al cospetto di Dio, sono ginecologa non obiettrice. Ma sento che c'è qualcosa di sbagliato. Che c'è un elefante in salotto e tutti fanno finta di ignorarlo, tutti tranne noi 4. Noi che eravamo suoi amici.Ma ormai è tardi. Ha detto quel sì.
...e fu monaca per sempre. [A. Manzoni]