Sala medici del reparto di Medicina Generale dell'ospedale dove faccio il tirocinio; primo giorno, sono lì in camice e zoccoli dalle 8:15, ma sono le 8:52 e tutto tace. "In questo reparto", mi dice giulivamente uno dei medici, "c'è il quarto d'ora accademico". Io sorrido e ripenso con nostalgia al mio prof Mito, che si sta organizzando per segnare l'ora di arrivo di ogni specializzando al meeting mattutino delle 8, poiché detesta i ritardatari.Ormai ci siamo tutti, si può cominciare... "Ma non avevi anche tu una tirocinante?", chiede il primario a uno dei colleghi. Come un'altra tirocinante? Sono certa che del mio corso qua ci sono solo io...Tutta trafelata, ancora in cappotto, fa capolino dalla porta una ragazza: "Salve sono la tirocinante per l'Esame di Stato!".Tempo un nanosecondo e la riconosco. Le sorrido.E' lei, la Racco*. Quella che è piombata in Chirurgia Plastica col blasone di un'università privata e rinomata, e soprattutto l'amicizia di famiglia con il prof; quella che ha fatto partire quel mio lungo processo di dubbi scaturito infine nella virata verso l'Ostetricia e la Ginecologia; quella che ha ereditato la mia tesi, e ha avuto il coraggio di lamentarsi dell'immane lavoro quando si è trovata già 100 articoli stampati, un capitolo scritto e una cinquantina di foto di interventi pronte.La saluto, e si comporta come se ci vedessimo per la prima volta. Ma io continuo a sorridere.Perché, cara la mia Racco, ci sono due cose deleterie per la mia salute spirituale che ho lasciato quest'anno, e una di queste è stata proprio Plastica; tu penserai che ho mollato per la troppa concorrenza o perché non mi sentivo all'altezza o non reggevo alla pressione (che poi, quando si trattava di affiancare il prof negli interventi, quella che si prendeva più parole eri tu... e se vogliamo parlare di pressione, prova a presentarti al meeting della Gineco in ritardo, trafelata e con ancora il cappotto... vedi ben che ti succede...).Non m'importa. Basta che tutto questo lo sappia io.E per questo, continuo a sorridere.
Chi non muore si rivede
Sala medici del reparto di Medicina Generale dell'ospedale dove faccio il tirocinio; primo giorno, sono lì in camice e zoccoli dalle 8:15, ma sono le 8:52 e tutto tace. "In questo reparto", mi dice giulivamente uno dei medici, "c'è il quarto d'ora accademico". Io sorrido e ripenso con nostalgia al mio prof Mito, che si sta organizzando per segnare l'ora di arrivo di ogni specializzando al meeting mattutino delle 8, poiché detesta i ritardatari.Ormai ci siamo tutti, si può cominciare... "Ma non avevi anche tu una tirocinante?", chiede il primario a uno dei colleghi. Come un'altra tirocinante? Sono certa che del mio corso qua ci sono solo io...Tutta trafelata, ancora in cappotto, fa capolino dalla porta una ragazza: "Salve sono la tirocinante per l'Esame di Stato!".Tempo un nanosecondo e la riconosco. Le sorrido.E' lei, la Racco*. Quella che è piombata in Chirurgia Plastica col blasone di un'università privata e rinomata, e soprattutto l'amicizia di famiglia con il prof; quella che ha fatto partire quel mio lungo processo di dubbi scaturito infine nella virata verso l'Ostetricia e la Ginecologia; quella che ha ereditato la mia tesi, e ha avuto il coraggio di lamentarsi dell'immane lavoro quando si è trovata già 100 articoli stampati, un capitolo scritto e una cinquantina di foto di interventi pronte.La saluto, e si comporta come se ci vedessimo per la prima volta. Ma io continuo a sorridere.Perché, cara la mia Racco, ci sono due cose deleterie per la mia salute spirituale che ho lasciato quest'anno, e una di queste è stata proprio Plastica; tu penserai che ho mollato per la troppa concorrenza o perché non mi sentivo all'altezza o non reggevo alla pressione (che poi, quando si trattava di affiancare il prof negli interventi, quella che si prendeva più parole eri tu... e se vogliamo parlare di pressione, prova a presentarti al meeting della Gineco in ritardo, trafelata e con ancora il cappotto... vedi ben che ti succede...).Non m'importa. Basta che tutto questo lo sappia io.E per questo, continuo a sorridere.
