diamante tra le mani

"Allora, Michela, ti piace la sala?"


Sono le 23 e sto cenando ora... Dopo 15 ore in ospedale. In quanto a tempi la giornata è andata più o meno come ieri, ma oggi sento meno la stanchezza e ho il morale più alto. Perché per quanto il pomeriggio e la sera siano volati via su un lavoro inutile appioppatomi dal Dr. Provolone, la mattina è stata esaltante.Cavolo, operare gomito a gomito col Prof. Mito è come fare scuola guida con Schumacher. E al di là della tenica superlativa, mi hanno impressionato la voglia di insegnare, la pazienza nel correggere e lo spirito paterno nell'incoraggiare. Il principio di leva delle valve, le differenze tra un Kocher e una pinza curva, la correzione del rapportino, addirittura la visione attraverso l'ottica dell'isteroscopio recuperato dal lavello della sterilizzazione... Magari domani mi cazzierà di brutto (facile, visto che ci sono due laparoscopie e io non so ancora come si manovra il manipolatore...), ma per stasera me la godo.
- "Prof, e se usasse una suola di scarpa per spostarlo?"- "Buona idea..." Update: the day afterCi starebbe anche un post separato ma 'sto blog sta diventando un diario... Il primo interventone, col Dr Automa, è stato convertito in una laparotomia piuttosto esaltante, hanno chiamato al tavolo anche il Dr Hero (vedi post 77, ambulatorio coloproctologia...).Il secondo, invece, è rimasto in laparoscopia come previsto, col Prof Mito! Beh, altro che cazziatone: mi ha spiegato OGNI COSA, si è soffermato sull'anatomia, ha giustificato un mio errore rassicurandomi... E fino a qua, tutto ok, potrebbe anche essere stato di luna buona... Ma a fine intervento, col secondo operatore già spogliato, la sala che si svuota, gli anestesisti che iniziano a svegliare la paziente, lui rimane lì. "Dai Michela, ti insegno a dare i punti". Sono le 15 passate, ha mille cose da fare ed è il Prof, eppure si piazza di fronte a me, dall'altro lato del letto, e inizia a spiegarmi. Un momento magico che non dimenticherò mai.Non è la prima volta che dò dei punti (infatti se ne è reso ben conto...), ma sto ad ascoltare le sue dritte, mi lascio guidare, perché c'è sempre da imparare, e poi farlo da lui è diverso, è il Bernini che insegna a un trovatello a costruire un castello di sabbia, è il Caravaggio che spiega come si mescolano i colori primari... E' proprio Schumacher che ti insegna a guidare.Mentre mi sfilo il camice sterile e ringrazio, sono quasi commossa. Ho un dejà-vu di un non-vissuto, come direbbe la mia prof di filosofia. Quella grande metafora ha preso vita, si è staccata dalle famose pagine ed è ora reale.Sono dove volevo essere. Non l’avrei mai detto, dieci anni fa.Magari durerà poco, ma potrò dire di esserci stata.