diamante tra le mani

In scienza e coscienza


"Michèla senti, io ho trovato queste informazioni qua su internet..."Guardo il pacchetto di stampati e mi sento mancare. Mi aspettavo che quel momento sarebbe arrivato, anzi, mi ero stupita che i soliti "fogli di internet" non fossero ancora comparsi, in quella famiglia così attenta. Leggo rapidamente le frasi che mi indichi. La fonte è l'Istituto Tumori, le percentuali di sopravvivenza sono quelle giuste. E tu mi chiedi in quale dei due gruppi citati rientri tua madre.Uno sforzo immane mi fa mantenere costante l'espressione in viso. Vorrei essere a migliaia di chilometri di distanza. Ma ne devo uscire, diamine, ho un camice addosso!"Mi dispiace, ma di queste cose è giusto parlarne col Professore..."Mi congedo con una scusa ed entro nella guardiola delle infermiere, i pugni sul tavolo, lo sguardo basso sulle termografiche aperte come se stessi studiando la terapia. Ho gli occhi quasi lucidi e un nodo nel petto. Per un istante mi pento di essermi affezionata così a quel caso, forse per fare questo lavoro è meglio mantenersi impermeabili, indifferenti. Ma è un attimo. Ripenso a te, che dopo il primo colloquio col prof te ne stavi in corridoio trattenendo a stento le lacrime, che da subito mi hai chiamata per nome, che ti ritrovi a gestire l'impatto della situazione su tutta la famiglia, che vieni a informarti se ho mangiato e ti offri di portarmi un panino, che mi ringrazi in continuazione... Non potevo restare gelida. Specie se sono stata più a contatto con la tua famiglia che con la mia nell'ultima settimana, essendo vestale.Io sono così, ho scelto questo lavoro anche per questo. Riordino le idee, torno da te che stai vagando in corridoio e ti spiego che non è per lavarmene le mani che non te ne parlo... Ma perché è giusto che sia il medico di riferimento a farlo, e perché comunque si parla sempre con la paziente, mai con i parenti da soli."E' sabato, ma se il prof farà un blitz, gli esporrò la questione e lo porterò a parlare con voi"Mi guardi, l'espressione sembra sollevata, così lo sono anch'io. So già che per il resto della mattina aspetterò che le porte del reparto si aprano ed entri il prof Mito, ma per ora è tutto gestito con in modo retto e leale. La donna e la dottoressa sono ancora in equilibrio. E il colloquio si conclude come al solito:"Grazie, sai, Michèla..."