Loving Observing

Il frutto


Il castano in fiore era li’ come tutti gli anni, fermo, pacato, e con uno sguardo benevolo, le foglioline bicolore della signora castano, invece, mi strappavano un sorriso.Io seduto come al solito sopra un vaso di terra cotta girato, canna in bocca, piedi scalzi, torso nudo ed un fiume in piena di pensieri pericolosi.L’aroma del caffè si mescolava con quello della frutta, quando il campanello sqilla nel silenzio dell’assonato pomeriggio. Rientro cieco per il sole, ma i miei passi sono sicuri, apro e e mi porto davanti allo specchio.Vedo un ombra e presumo di essere io, poi la sua voce… tremante e maliziosa come da copione“Entra… dai… il caffè è pronto”. “Grazie, come stai?”“Solito e tu?”“Bene, bene sono piena di lavoro, ma la cosa mi piace. Ad ottobre vado in Australia”“Ma dai!? e con chi vai?”“Con lui…”(Sono passati tanti anni, e tanti caffè, ma LUI ancora non ha un nome).La chiaccherata ha sempre gli stessi temi e le stesse domande, lo sguardo di lei scivola come al solito sotto il tavolo, io mi faccio prendere dalla foga oratoria, poi…poi ci sono I saluti. I corpi si avvicinano e lei si intrattiene con le mani sul mio petto e la bocca  tra la mia collana turchese. Il battito aumenta e una voglia animalesca mi assale, lei comincia a tremare e scuote la testa. Poi mi bacia. La bocca umida e morbida, il corpo che frigge, mentre la mente scappa, l’odore del sesso annebbia già I nostril buoni propositi, ma poi… il rifiuto.Io lascio la presa,  me ne vado in camera, le do le spalle. Lei si avvicina e mi ripete di capire. Sono ormai diversi anni ache succede… e cosa dovrei capire?Lei mi prende, mi gira, mi bacia e iniziano I sospiri. Come al solito è già bagnata ed io pazzo di lei…Molte volte ho cercato di convincerla a restare, a ricominciare, molte volte pensavo di esserci riuscito, ma poi…. Forse non si fida di me, o forse cerca solo un’evasione, ma questo ormai non ha più importanza…Ormai la vivo cosi’, la vivo come la ragazza di giungo.