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Spunta un anonimo impiegato della Federcalcio nell'indagine sullo scandalo delle intercettazioni telefoniche che sta stravolgendo il calcio italiano.
Secondo quanto riporta il sito del quotidiano "La Repubblica", tra le richieste di essere ascoltato da Francesco Saverio Borrelli, capo dell'ufficio indagini della Figc, c'è anche quella di un impiegato della Federcalcio che conosce in profondità e da quattordici anni il sistema arbitrale e che, stufo di vessazioni, ha deciso di farsi interrogare.
Ha consegnato la richiesta d'audizione alla segreteria dell'Ufficio indagini, attende la convocazione. Ha paura, ma ha speranze.
"Fino ad oggi gli impiegati della Federcalcio - ha confessato al quotidiano - che hanno ricattato sono stati promossi, quelli capaci e onesti li hanno tenuti a mille euro al mese, li hanno sfruttati e terrorizzati". Ha deciso di scrollarsi il terrore di dosso e raccontare tutto quello che sa.
"E' dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l'imparzialità degli arbitri è saltata. Ma come fa Bergamo a dire che per lui era normale parlare con tutti, tutto il giorno, ore e ore al telefono? Lo sa che quando alla guida degli arbitri c'era Agnolin, poi Casarin, le lamentele dei club potevano essere fatte solo per iscritto: venivano inviate al presidente federale e poi inoltrate al designatore. Ora tutti al telefono, tutti a chiedere arbitri. E vogliono farla passare per prassi. Io ho ricevuto e passato decine di telefonate. Massimo Mauro, quando era presidente del Genoa, chiamava quattro volte in un'ora: l'ho sentito dire in tv che non ha mai telefonato ai designatori, senza vergogna".
La situazione precipita con l'arrivo delle sette sorelle e l'arrivo dei due designatori, Bergamo e Pairetto. Juve, Milan, Inter, ma anche Roma, Lazio, Fiorentina e Parma a inizio stagione prendono l'abitudine di inviare una lista di arbitri graditi.
L'anonimo impiegato della Figc racconta i particolari al sito del quotidiano "La Repubblica": "A fine stagione, controllavo, avevano ottenuto solo quelli. Macché sorteggio, mi sono dovuto rifiutare di consegnare ai designatori la lista degli indirizzi di tutte le società professionistiche: serviva per far arrivare i regali direttamente a casa di Bergamo e Pairetto. Mi sono dovuto piegare alla vergogna del sorteggio, però. Pirrone, ex arbitro già ascoltato da Borrelli, fa confusione quando parla delle palline che si aprivano: quello è stato un acquisto sbagliato, un errore di fabbricazione di palle di metallo".
Spiega come veniva truccato il sorteggio: "E' vero, invece, che le successive sfere di plastica si usuravano, si segnavano, diventavano riconoscibili. E i designatori andavano a colpo sicuro nell'abbinamento. Io ero un uomo di Pairetto, mi voleva a fianco a lui in ogni momento. Mi spiegava: "Per quell'anticipo di serie B devi far uscire Cesari". E io facevo uscire Cesari. Questo era il sorteggio: l'arbitro preassegnato. Poi, se scoprivamo che Cesari il giovedì sera aveva arbitrato a Madrid e il venerdì avrebbe dovuto volare a Bari rifacevamo il sorteggio. Cesari annullato? Doveva uscire Braschi. E Braschi usciva. Posso portare Cesari e Bazzoli a testimoniare, quelle telefonate le ricordo con precisione: mi facevano troppo male. Non si può più vivere nel terrore a mille euro al mese, Borrelli mi deve ascoltare".
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