Unione Pescatori

Il sistema della pesca: una riflessione più ampia


Il sistema capitalistico, nel quale siamo parte integrante, raramente come attori principali, molto spesso come pedine subordinate a un gioco più grande, ci impone termini come apertura, flessibilità e innovazione. Il vortice di continua instabilità politica-economico-finanziaria, manifestatosi in questi anni, richiede alle nazioni capofila come l'Italia, un continuo rinnovamento nel senso di innovare prodotti, processi e lavorazioni, pena, se ciò non accadesse, un declassamento non solo economico ma anche politico. La presenza di nazioni agguerrite, come la Cina e l'India, pronte a capitalizzare tutti gli sforzi fisici attraverso il sistema della produzione di massa, impongono all'Europa e all'Italia una maggiore attenzione verso fenomeni produttivi e organizzativi che accadono al di fuori dei nostri confini. Basta aprire un qualsiasi quotidiano per sentire parole come crisi, tassi in picchiata, sistema Italia, domanda interna debole o stagflazione, ebbene questi sono tutti termometri sociali per capire lo stato della nostra economia. Molto spesso, noi italiani, non prestiamo molta attenzione a ciò che accade ai vertici decisionali, perché calati in una spirale di informazioni che ci bombarda sotto ogni aspetto della vita sociale. Saper valutare queste tre cose e' indispensabile per qualsiasi imprenditore accorto, studente universitario in procinto di compiere una scelta, e operaio specializzato in una industria solida, o anche semplicemente la singola casalinga che ha investito due euro in titoli di stato e così via, perché da queste informazioni otteniamo previsioni puntuali e certe sul futuro. Detto questo, però, L'Unione Europea (lo stregone bianco per alcuni, una governante troppo severa per altri) chiede a tutti i paesi, entro il 2020 degli obiettivi importanti, che portino gli aderenti al trattato di Roma a fare un salto di qualità verso una migliore occupazione, ricerca e sviluppo, clima, efficienza energetica, integrazione sociale e riduzione della povertà. La pesca rientra tra le attività meritevoli di attenzioni da parte dell'Unione, se non altro perché è materia sua propria. L'Unione Europea richiede, anche in questo campo, un salto di qualità nel senso di innovare questo settore al fine di pervenire a una gestione della risorsa sostenibile nel lungo periodo. Innovare, però, significa lavorare in tal senso attraverso progetti credibili che forniscano al settore un reale vantaggio economico. Per realizzare tali obiettivi l'Unione degli Stati predispone risorse economiche al fine di sostenere le idee, finanziabili attraverso i fondi Fep, organizzati in forma di una sorta di "incubatori decisionali" nella scelta di cosa finanziare e cosa escludere secondo precise linee guida, in prima battuta i Gac (Gruppi di azione costiera) e di rimando, in ultima istanza dalla regione stessa.Questo è ciò di cui eravamo a conoscenza, quindi nulla di nuovo. E' però di questi giorni la notizia che oltre a queste forme di intervento che conoscevamo già, se ne aggiunge una nuova, promossa direttamente dal governo italiano per il tramite del mipaaf,  che in occasione dell'expo di Milano finanzia idee del settore agroalimentare da sviluppare entro il 2015 per un valore massimo di 150000 euro, quindi occasione ghiotta per chi fa ricerca e sviluppa idee. Ora che sappiamo essere presenti risorse, intenzioni e buoni propositi, di tutta "sta roba" credete che i cittadini e le organizzazioni, possano avere contezza o meglio consapevolezza?  Permane in me una forte critica rispetto a forme di finanziamento sui piani strategici di sviluppo locale, da intendersi non nello strumento in sé ma nel modo con il quale lo si porta avanti. Infatti queste iniziative d'intervento, seppur intraprese con le migliori intenzioni, non funzionano perché calate senza alcuna meditazione di base in sistemi difficili per tutta una serie di barriere all'ingresso (molto spesso barriere di pensiero dettate dall'ignoranza, ma non solo) e perché una volta messe in piedi, non prevedono o lo fanno sporadicamente, meccanismi di controllo ex post sull'effettiva validità dell'intervento. Infatti, in molte regioni del nostro amato mezzogiorno, e non solo, episodi spiacevoli riguardanti spartizioni di risorse senza aver adempiuto agli obiettivi programmatici si sono verificati e continuano a manifestarsi sempre più, basta semplicemente prestare attenzione agli organi d'informazione regionali per capire la portata degli eventi.Penso, e questo e' un pensiero del tutto personale, che si debba fare un lavoro di sensibilizzazione verso la legalità e il rispetto, inoltre servono forme di apertura verso il cambiamento, tali per cui generare e impiantare un forte sistema valoriale costruttivo.  Aspetto, questo, molto difficile da gestire in termini di intervento diretto, a detta delle strutture di governo centrali,  in virtù della scarsa propensione nella valutazione e/o rendicontazione di efficacia dei risultati in fase di report delle politiche. Tuttavia, se si vuol far funzionare una politica di crescita economica sui nostri territori, bisogna necessariamente prevedere una qualche forma educazione verso questi temi, altrimenti si rischia di arricchire i furbetti del quartierino, che in questo sistema ci sguazzavano (sin dai tempi della famosa cassa del mezzogiorno) e continueranno a farlo, visto il completo disinteresse della società civile e delle classi economiche, vere beneficiarie di tali provvedimenti. Una possibilità concreta per adempiere alle necessarie linee guida, poc'anzi descritte, sta nel lavoro potenziale che le amministrazioni locali possono svolgere, in partnership con associazioni, organizzazioni di categoria e organi dello stato a tutti i livelli. Molti sono gli esempi eroici di amministrazioni lungimiranti (mi riferisco a regioni come Toscana o Emilia Romagna, ma senza spostarci troppo anche in Abruzzo) che hanno di fatto modificato pensieri e modi di fare propri della cultura nella quale erano inseriti, veicolando il tutto verso il valore della cooperazione e dello sviluppo consapevole. Matteo ConoscitoreUNIONE PESCATORI MANFREDONIA