“...Il vuoto di una società che ha fatto della banalità la misura del vivere quotidiano. Accanto a lei una sorella strampalata che passa da un letto all’altro, due genitori attratti e respinti dal ruolo di nonni, amici che vivono immersi in una superficialità che nasconde la paura delle nuove generazioni di guardarsi dentro con verità. E di cui fa parte Diego, il padre per caso del futuro nascituro, catapultato suo malgrado, in questa vicenda, vede franare le sicurezze e le certezze di sempre. Per tutti, quella nascita annunciata e contrastata diventa l’opportunità di cambiare vita, di scoprire che cos’è il vero amore e di ritrovare una direzione costruttiva alle proprie liquide esistenze” (Mariapia Bonanate, da Un bimbo fra Clelia e Diego, romanzo dell’esordiente Nicola D’Attilio, FC n. 21 del 22 maggio 2015).
Il vuoto di una società
“...Il vuoto di una società che ha fatto della banalità la misura del vivere quotidiano. Accanto a lei una sorella strampalata che passa da un letto all’altro, due genitori attratti e respinti dal ruolo di nonni, amici che vivono immersi in una superficialità che nasconde la paura delle nuove generazioni di guardarsi dentro con verità. E di cui fa parte Diego, il padre per caso del futuro nascituro, catapultato suo malgrado, in questa vicenda, vede franare le sicurezze e le certezze di sempre. Per tutti, quella nascita annunciata e contrastata diventa l’opportunità di cambiare vita, di scoprire che cos’è il vero amore e di ritrovare una direzione costruttiva alle proprie liquide esistenze” (Mariapia Bonanate, da Un bimbo fra Clelia e Diego, romanzo dell’esordiente Nicola D’Attilio, FC n. 21 del 22 maggio 2015).