Un mondo nuovo

Nutrire speranza


“Il cristiano ha speranza quando percepisce, nella realtà, piccoli indizi, piccoli segni su cui Dio gli apre gli occhi, dischiudendogli un’altra realtà. Sono i 5 sassi della fionda di Davide, quelli che gli permettono di vincere Golia. Non dobbiamo aspettarci segni clamorosi. Quando Elia scappa da Gezabele, sfinito, si lascia cadere a terra, ecco allora che l’angelo lo sveglia e gli fa trovare pane e acqua, quanto basta per farlo tornare in forze e raggiungere l’Oreb con le sue gambe. Non su voli d’aquila, dunque, ma con le sue stesse forze rinnovate da questo incontro. Sono le piccole cose, insomma, in cui gli occhi profondi del credente riescono a vedere un “oltre”: quante cose, pur piccole, che riceviamo ogni giorno, ci danno speranza; affetti immeritati, una gentilezza inaspettata, un’ispirazione buona, una luce improvvisa che ci fa vedere le cose in modo nuovo.Occorre essere se stessi in ogni situazione, liberarsi dalle paure, perché c’è qualcosa, anzi qualcuno, più forte, che veglia sempre su di noi.Noi abbiamo sempre due cagnolini al guinzaglio: la paura e la speranza. Quello a cui do più da mangiare cresce, è inevitabile. Se blindo le porte della mia casa, questo genera paura. Se, invece, alimento una visione della vita sensata e positiva, e la trasmetto agli altri, allora posso farli vivere con altrettanta fiducia.Se impariamo ad avere un rapporto autentico verso gli oggetti e verso le persone, le attuali difficoltà economiche possono essere salutari. La crisi economica ha anzitutto imposto un cambiamento forzato dei nostri stili di vita, dei nostri parametri culturali ed esistenziali.La carica di speranza insita nel messaggio evangelico è minata dall’indifferenza. La fine delle ideologie e la desertificazione spirituale hanno generato una società disperata, perché anche l’ideologia del consumo, che è subentrata, ci ha illusi e traditi”.