Un mondo nuovo

Egregio direttore


“Egregio direttore, le scrivo in merito alla lodevole iniziativa editoriale “Gli eroi antimafia”… Sono educatore in due oratori della provincia di Bergamo e da anni siamo attenti alla tematica della legalità. A luglio porteremo circa 50 adolescenti per 10 giorni in viaggio in Calabria per conoscere nomi, volti e storie di uomini, donne e comunità che resistono alle difficoltà di quella terra, che alzano la testa, che tengono alta la dignità umana e civile. (…) Persone che si distinguono nella lotta alla criminalità organizzata rifiutano la definizione di “eroe”. Questo termine è rischioso in quanto potrebbe divenire una scusante per gli altri: se chi ha il coraggio di battersi contro la ‘ndrangheta è un eroe, allora è comprensibile che gli altri – semplici persone normali, non eroi – non abbiano la forza di reagire. Chi si batte contro la ‘ndrangheta non è un eroe ma una persona normale, che vuole lavorare e vivere in condizioni di normalità in regioni con grandi assurdità. Sono modelli che ci dicono che tutti noi, persone normali, possiamo (dobbiamo) combattere al loro fianco. ‹‹Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi››, diceva il Galileo di Brecht. Falcone, Borsellino, La Torre e Dalla Chiesa non erano degli eroi, ma uomini che hanno scelto di fare il loro lavoro fino in fondo, con coerenza e onestà. Sono stati lasciati soli e sono stati abbattuti… Non sono loro a fare qualcosa di speciale: semplicemente scelgono di vivere normalmente, da cittadini e da esseri umani liberi. Se tutti lo facessimo, non esisterebbe più il potere terroristico della criminalità organizzata. Non abbiamo bisogno di eroi a cui affidare la nostra lotta, ma di un popolo unito, fatto di uomini e donne normali – Lorenzo B” (FC n. 21 del 21 maggio 2017).