Un mondo nuovo

Tenerezza


‹‹Credo››, dice la teologa Isabella Guanzini, 44 anni, autrice di Tenerezza: la rivoluzione del potere gentile (Ponte delle Grazie) ‹‹che la sfera del politico, nel senso ampio del termine, si giochi e concretizzi in tutti i gesti e gli incontri che fanno parte della nostra giornata e della nostra vita. Per questo la tenerezza, come approccio fondamentale all’altro, costruisce la città, lo spazio pubblico. Questo il Papa l’ha capito molto bene. Non è più possibile partire da concetti astratti. Bisogna farlo dai gesti elementari, più immediati, con i quali si costruisce giorno per giorno la vita. La tenerezza è una virtù civile in questo senso. In ufficio, in un’aula scolastica, in ascensore o al supermercato: è lì che si costruisce la polis, cioè il vivere comune, della quale i gesti di gentilezza e tenerezza sono costitutivi››. Dai social media ai dibattiti in televisione, sembra che l’aggressività oggi domini i rapporti… ‹‹In questo periodo storico i social network sono quasi una cassa di risonanza di ferocia. Contengono una potenza comunicativa immediata e debordante che si riversa sul bersaglio del momento. Diventano il ricettacolo di tutti i nervosismi e le insoddisfazioni, come se fossero un campo magnetico. Ma proprio in quanto cassa di risonanza è possibile sfruttarli nella direzione opposta, immettendo qualche antivirus. Da un lato è possibile far emergere questa reattività disumana, e dall’altra diffondere un altro modo di essere social. Etty Hillesum diceva di voler essere “un balsamo per molte ferite” all’interno di posti traumatizzati e mostruosi come i lager nazisti››. La tenerezza fa paura ‹‹Perché la fragilità è il grande tabù del nostro tempo: entrare in contatto con la propria e quindi essere in grado di sentire quella dell’altro è forse la cosa più difficile oggi, ma anche la più importante. Perché senza questa percezione dei propri limiti e della propria finitezza non c’è saggezza di vita e nemmeno la possibilità di entrare in un rapporto davvero umano con l’altro. La tenerezza è un certo sentimento del tempo, perché sentire la fragilità è anche sentire che è breve il tempo che resta. Non abbiamo molto tempo per stare insieme, per trattare l’altro in modo umano, che sia il figlio, il genitore, il collega o l’amico, il marito o la moglie. Quindi perché essere così duri? Perché sprecare energie in durezza, ferocia, indifferenza? È questo che contraddistingue la tenerezza: questo legame con la finitezza della vita›› (FC n. 39 del 24 sett. 2017).