Un mondo nuovo

La storia di Tina


La storia di Tina. La lana scivola tra le dita e due ferri che l’intrecciano sbaragliano le teorie dell’invecchiamento come tempo desolato e privo di consolazione. Tina, che non è sazia di giorni, continua a credere, faticare e amare. Impiega tre o quattro giorni a tessere con i ferri una coperta. Sorride: ‹‹Dipende dalla lana, ma le più ruvide le filo con le più gracili››. Ha 95 anni e non sferruzza per passatempo. Tina fa coperte colorate per i poveri che dormono per strada, per i letti dei dormitori che ogni sera cambiano ospite. … Non sa nemmeno quante ne ha cucite. Mostra il fuso di legno, ricordo di anni passati, costruito dal marito falegname, tanto, tanto tempo fa. … Ha cominciato per colmare un dolore estremo, che non passa. Accade quando un genitore sopravvive al figlio e quella morte è come un buco nero che inghiotte tutto… Le lacrime ora cadono sulla lana, mentre parla di Franco, che andava dai poveri sulla strada tutte le sere insieme ai volontari di Sant’Egidio, anni da pionieri della misericordia e di minestre calde. Ora Franco è memoria in quelle coperte e il dolore è più lieve. Nella Comunità di Sant’Egidio, a Roma, c’è un battaglione di donne ce sferruzzano appena possono. Ci sono mamme, nonne, nipoti. Ci sono gomitoli di lana che passano di mano, perché qualcuno li trova in casa e non sa che farsene, perché un negozio chiude… Si fanno coperte, calze, cappelli di lana per i carcerati, il lato sconosciuto della solidarietà della capitale e insieme una grande lezione… (FC n. 48 del  26 nov. 2017).