Un mondo nuovo

Non ho potuto fare a meno


“Non ho potuto fare a meno di prendere carta e penna per raccontare qualcosa del cammino effettuato con mia moglie in 66 anni di matrimonio (più 4 di fidanzamento: io ho 93 anni e lei 88) tenendoci per mano finché è stato possibile, perché da oltre tre anni lei è ricoverata in una casa di riposo a causa dell’Alzheimer. Sì: tenendoci per mano, come ricordo di quel lontano pomeriggio di domenica quando, usciti assieme per la prima volta, andammo a Porta Romana alla Madonna di San Celso a pregare per il nostro futuro: una decisione e un atteggiamento oggi alquanto rari. Aggiungo che quell’incontro non lo chiesi a lei (avevo 23 anni e lei 18) ma per iscritto alla sua mamma, che rispose accondiscendendo, ma raccomandando prudenza data la nostra giovane età. Sembrano cose dell’altro mondo, ma quanto ha concorso quella “prudenza” al nostro felice cammino! Ci sono stati anche per noi come per tutti, giorni gioiosi e altri nuvolosi, ma grazie a Dio la volontà di concludere le giornate con un “buona notte” non è mai mancata. A qualcuno che mi ha chiesto come abbia potuto durare così tanto la nostra unione, ho risposto citando le parole di papa Francesco nella Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia: «Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie” e quando in una famiglia uno si accorge che uno ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e gioia». Perciò, anche se ora sono solo nella nostra casa, pur confortato da una figlia e da due nipoti che presto mi renderanno bisnonno, concordo con la risposta di Marina Corradi: esiste forte dentro di noi una nostalgia di quella promessa nella buona e nella cattiva sorte, per sempre. -  Angelo P. Milano” (Avvenire, 2 dic. 2017).