Un mondo nuovo

Camminare leggero


“Carlo lo puoi vedere camminare leggero per le vie del centro di Vicenza, sorretto da un bastone decorato da lui stesso. Ha 67 anni, ex ospite dell’Albergo Cittadino, ricovero notturno per persone in difficoltà, ma è specialmente un uomo. Un uomo che ha vissuto su di sé quasi tutte le stagioni della vita, e il suo intercedere zoppo non nasconde che queste, nel loro procedere, sono state dure e crudeli, a volte. Carlo, artista per temperamento e illustratore per passione, ama raccontare gli incontri con le donne della sua vita. ‹‹Lilly è stata la donna più importante della mia vita – comincia -. Avevo 23 anni, un ragazzo, lei non era più giovane, ma era bella››. Nata in Francia, picchiata dal padre violento e alcolizzato (dal quale tornò poco dopo che le loro strade si erano incrociate), ancora diciassettenne scappò in Italia, lasciando una madre malata che aveva problemi di mente. Lavorava in un hotel a Legnago, verso Verona. ‹‹Mi innamorai di lei e, dopo sei mesi che ci frequentavamo, presi il coraggio a due mani e le dissi cosa provavo nei suoi confronti, non successe nulla, rimanemmo lì fermi, inebetiti, in silenzio. In un certo modo mi sentii rifiutato. Poco dopo ricevette una telefonata dalla Francia. Il padre stava male, e se ne andò››. UN DESTINO TRAGICO. Ma il destino, a volte, lavora per strade misteriose. ‹‹Un giorno – ricorda Carlo – stavo camminando in corso Palladio. Erano passati molti anni da allora, e tanta acqua sotto i ponti. La rividi negli occhi di una sconosciuta che incrociai. Mi fermai, la guardai, poteva essere lei, pensai. La salutai e questa, gentilmente, mi rispose. Me ne andai contento, era bello sapere che era viva e stava bene, per lo meno nei miei sogni››. Della seconda donna della sua vita Carlo non vuole parlare, non la chiama nemmeno per nome, ed è deciso quando dice: ‹‹A 27 anni mi sono sposato. A 31 avrei voluto scappare ma non lo feci. A quarant’anni mia moglie fu colpita da un ictus, tornò dalla famiglia perché la aiutassero a riprendersi, e tutto finì lì. È stato il momento più buio della mia vita››. Poco prima che si separassero, per prendersi cura di lei, Carlo dovette abbandonare il lavoro. Mesi dopo perse anche la casa, e cercò conforto nell’alcol e nel gioco d’azzardo per sconfiggere la solitudine che lo attanagliava. Solo la sua forza di volontà gli ha permesso di rialzarsi una volta toccato il fondo. L’AMORE LO HA SALVATO. Della madre parla invece volentieri, forse ritornando con piacere ai momenti più felici della sua infanzia. Con il lato destro del corpo paralizzato a causa di un cancro al cervello, era una donna tenace, forte e di gran carattere. ‹‹Mi insegnò una tenerezza riservata – racconta – come era normale a quei tempi, e tanto di quello che sono ora lo devo a lei. Qualche anno fa, quando ancora lottavo contro le difficoltà della vita, mi apparve in sogno: non ti preoccupare, mi disse, tutto si sistemerà››. Così è stato. Ora Carlo vive in una casa popolare del Comune di Vicenza. Nell’arte e nelle sue illustrazioni ha trovato la forza per uscire dalle difficoltà in cui sembrava impantanato. Si prende affettuosamente cura della quarta donna della sua vita, Franca, una signora della sua stessa età e con un trascorso non dissimile al suo. Possiamo essere sicuri che ogni tanto, quando lei è stanca, le dica: ‹‹non ti preoccupare, tutto si sistemerà››. (Scarp de’ tenis, maggio 2017).