Un mondo nuovo

Il punto di scontro


Dall’Intervista al giornalista Mario Deaglio, 29 maggio 2018“Paolo Savona nella lettera di domenica ribadisce che il risanamento non si fa con l’austerità, ma con la crescita. Io posso essere d’accordo, ma vorrei vedere i numeri, capire i tempi. Questi sono processi lunghi. L’ha sorpresa vedere Savona diventare il punto di scontro tra la maggioranza e il presidente della Repubblica?“Savona è un economista molto bravo. Quello che ha fatto, sia a livello teorico che a livello pratico in Banca d’Italia e in tante aziende pubbliche e private, è di primissimo livello. Ha scritto saggi che denotano una perfetta conoscenza di meccanismi dello Stato italiano e dell’Europa. Io gli credo quando dice che non vorrebbe uscire dall’euro. Bisogna però anche capire il contesto”.Che cosa intende dire?L’accelerazione dei meccanismi della spesa pubblica può facilmente portare il bilancio pubblico fuori quadro, creando una situazione di grave crisi strutturale. Con il rischio, anche solo potenziale, che l’Italia finisca per 'votare' un referendum per l’uscita dall’euro. Forse Mattarella avrebbe pure potuto accettare il suo nome, sapendo che il presidente della Repubblica ha anche il potere di bloccare, almeno temporaneamente, le leggi approvate dal Parlamento. È anche vero, però, che se un presidente usa il suo potere di non firmare provvedimenti importanti si crea un pessimo clima istituzionale.Sforare i limiti sui deficit di bilancio per spingere la crescita è una ricetta corretta?Come linea d’azione è ragionevole. Padoan lo ha fatto, ma entro certi limiti, sforando di qualche decimale all’anno, recuperato poi con l’aumento della crescita. Se si fanno deficit di maggiore entità, allora le conseguenze sui mercati possono essere rapidissime. I titoli di Stato valgono meno, gli interessi si impennano, le azioni si svalutano e le aziende diventano facile preda dei concorrenti stranieri. Se ci si incammina lungo questa strada, io credo che ci si deve chiedere se ci siano secondi fini, se ci sia un disegno per portare l’Italia fuori dall’Europa. Si parla tanto della Russia... io non sono esperto di questi aspetti ma non li sottovaluto.L’Italia le pare in grado di risalire questa china che sembra portarla verso l’uscita dall’euro?È molto più difficile di un tempo perché l’atteggiamento della gente è profondamente cambiato, talora in maniera curiosa: la Lega, ad esempio, è popolare in aree del Paese dove la popolazione deve molto del suo benessere all’Europa. Penso al Nordest, dove tante industrie hanno in Germania i loro principali clienti. Questi cambiamenti possono essere spiegati da una spaccatura della società in corso da circa un decennio: l’ascensore sociale non va più su e lo sviluppo debole che abbiamo vissuto negli ultimi anni ha escluso molti, soprattutto giovani.Non mi sembra per nulla ottimista su ciò che sta accadendo.Il problema dei giovani è enorme. Se vedi il curriculum di un ragazzo che si è preso una laurea breve e dopo dieci anni sta ancora facendo “lavoretti”, capisci che non ha futuro. Stiamo iniziando a vedere gli effetti politici di spaccature sociali che ci sono in tutto il mondo: nel Regno Unito, negli Stati Uniti, ora qui. È una situazione di estrema gravità.Vede spiragli di miglioramento?Un primo passo sarebbe fare un passo indietro sulla iper-drammatizzazione delle notizie. I media hanno una forte responsabilità, i tempi di Internet sono troppo rapidi, le persone sono spinte a volere tutto e subito, ma nella politica non può funzionare così. Non esistono rimedi facili.