Un mondo nuovo

Fa visite a domicilio


“Il dottor Jim Withers fa visite a domicilio a gente che un domicilio non ce l’ha. Ha cominciato una sera di primavera del 1992. Quella notte, mentre camminava per le strade di Pittsburgh (Pennsylvania), non aveva idea di come sarebbe andata: ‹‹Riempii una borsa di medicinali, mi camuffai da senza dimora per creare empatia con i possibili pazienti, e seguii i consigli di Mike Sallows, un amico che qualche anno prima era stato homeless per alcuni mesi. Mike mi disse: “Cerca di non sembrare un dottore e non dire cretinate”. Sorprendentemente l’esperienza fu molto positiva››. La prima cosa che colpì il giovane dottor Withers fu il numero spaventoso di persone che vide sotto i cavalcavia e negli anfratti di edifici in costruzione. E poi rimase esterrefatto dai loro disastrosi quadri clinici. ‹‹C’era gente con ulcere non curate da anni – racconta -, infezioni, bronchiti croniche, tumori, artrosi e malattie di ogni tipo, tutte trascurate››. Da quella sera il dottor Withers non ha mai smesso di prendersi cura degli homeless di Pittsburgh. Quattro notti alla settimana questo medico di strada, che ha raccolto attorno a sé un team di colleghi volontari, esce con uno zaino pieno di antibiotici, sciroppi, antinfiammatori, vitamine, cerotti, garze e tutto l’occorrente per il primo soccorso. Vuole aiutare quanti più clochard possibile, e accrescere la consapevolezza della necessità di cure gratuite per chi non ha nulla. Negli anni, questa crociata ostinata, e per buona parte solitaria, ha causato a Withers non poche grane. In un primo tempo i colleghi medici temevano che cure mediche gratuite a individui non assicurati fossero illegali. Oggi, invece, quegli stessi colleghi telefonano a Withers per chiedere se i figli possono passare qualche tempo nella sua équipe medica di strada per farsi le ossa. ‹‹Da giovane medico cercavo disperatamente un corso universitario pratico che mi mettesse di fronte alla realtà della strada. Oggi quel corso esiste, e credo che imparare a rapportarci a questi pazienti ci renda medici migliori››, dice Withers. Il fragile sistema che ha messo in piedi si regge su donazioni di filantropi, ma a fronte dell’intensa domanda, i fondi non bastano mai. ‹‹Il potenziale della medicina va ben oltre il trovare la cura per il singolo paziente – dice -. Crea un miglioramento in tutte le persone coinvolte nell’equazione: nel nostro caso, gli homeless tornano in salute e qualche volta trovano la forza di abbandonare la strada; i dottori diventano professionisti più capaci, e la comunità, nel suo insieme, aumenta di valore››” (Damiano Beltrami, New York, Scarp de’ tenis, aprile 2014).