Un mondo nuovo

Guardarsi negli occhi


“Lui ha usato un’espressione: “guardarsi negli occhi”. L’uomo e la donna, il marito e la sposa, si guardano negli occhi. Racconto un aneddoto. A me piace salutare nelle udienze le coppie che fanno il cinquantesimo, il venticinquesimo…; anche quando vengono a Messa a Santa Marta. Una volta, c’era una coppia che faceva il sessantesimo. Ma erano giovani, perché si erano sposati a diciotto anni, come a quei tempi. A quei tempi si sposavano giovani. Oggi, perché si sposi un figlio…, povere mamme! Ma la ricetta è chiara: non stirare più le camicie, e così si sposerà presto, o no? Mi trovo davanti questa coppia, e mi guardavano... Ho detto: “Sessant’anni! Ma ancora avete lo stesso amore?”. E loro, che mi guardavano, si sono guardati fra loro, poi sono tornati a guardarmi, e io ho visto che avevano gli occhi bagnati. E tutti e due mi hanno detto: “Siamo innamorati”. Non lo dimentico mai. “Dopo sessant’anni siamo innamorati”. Il calore della famiglia che cresce, l’amore che non è un amore di romanzo. È un vero amore. Essere innamorati tutta la vita, con tanti problemi che ci sono… Ma essere innamorati”  “Una volta una donna mi ha detto, a Buenos Aires: “Ma voi preti siete furbi…” – “Perché?” –  “Per diventare prete, studiate otto anni, vi preparate per otto anni. E poi, se dopo qualche anno la cosa non va, fate una bella lettera a Roma; e a Roma ti danno il permesso, e tu puoi sposarti. Invece a noi, che ci danno un Sacramento per tutta la vita, ci accontentate con tre o quattro conferenze di preparazione. Questo non è giusto”. E aveva ragione quella donna. Preparare al matrimonio: sì, ci vogliono delle conferenze, delle cose che spiegano, ma ci vogliono uomini e donne, amici, che parlino a loro e li aiutino a maturare, a maturare nel cammino. E possiamo dire che oggi c’è bisogno di un catecumenato per il matrimonio, come c’è un catecumenato per il Battesimo. Preparare, aiutare a prepararsi al matrimonio. ”  “Una volta, penso un anno fa, ho chiamato un mio parente che si sposava. Quarantenne. Alla fine ho detto: “Dimmi un po’: in quale chiesa ti sposi?” – “Ancora non sappiamo bene perché stiamo cercando una chiesa che sia intonata al vestito che porterà… – e ha detto il nome della fidanzata – e poi abbiamo il problema del ristorante…”. Ma pensa… L’importante era quello. Quando ciò che è secondario prende il posto di ciò che è importante. L’importante è amarsi, ricevere il Sacramento, andare avanti…; e poi fare tutte le feste che volete, tutte.” “una persona adulta, un sacerdote, è maturo se è capace di giocare con i bambini”. Questo è il test. E a voi dico: perdete tempo con i bambini, perdete tempo con i vostri figli, giocate con i vostri figli. Non dite loro: “Non disturbare!”. Ho sentito una volta un giovane padre di famiglia dire: “Padre, quando io vado al lavoro, loro dormono. Quando torno, dormono”. È la croce di questa schiavitù di un modo ingiusto di lavorare che la società oggi ci porta.” (papa Francesco, 15 giugno 2018).