Un mondo nuovo

Se le scarpe avessero gli occhi


Se le scarpe avessero gli occhi vedrebbero finalmente dove sto andando, che  a me ultimamente pare un chissà chi lo sa. E, se potessero anche parlare, allora sì che ci sarebbe da divertirsi. Direbbero: ‹‹Ehi tu cagnaccio, fatti più in là, non siamo qui per te. Già dobbiamo fare lo slalom in questa città bella e trascurata (Napoli) in questi vicoli belli, vissuti e monnezzosi››.Ho fatto loro percorrere certe strade. È vero che ogni tanto si strusciavano sulla moquette delle sale d’incisione oppure si divertivano con acceleratore e freno, altre volte d’estate o inverno, col sole o la luna, asciutte o bagnate dovevano portarmi a soddisfare i miei vizi.E poi hanno visto terre le più varie, sia l’umido nordico che il secco del deserto e, hanno sentito le lingue più diverse e i dialetti più stretti. Insomma sono sicuro, se le mie scarpe avessero occhi, bocca e orecchie ne saprebbero più di me.Saprebbero di più della strada che conduce all’essere umano. Una strada che pochi percorrono, siamo tutti umani: a differenza delle creature del regno animale viviamo sentimenti unici nella loro profondità e complessità, ma molto spesso li temiamo, abbiamo paura di mostrare troppo amore o troppo odio; di dire la verità o una plateale bugia; stiamo sempre lì a mediare.Povera intelligenza. Dare all’uomo tanta possibilità e poi vedere che sa solo usarla per prevaricare, opprimere, fare guerra a qualcuno che usa la sua umanità in modo diverso. Ne abbiamo strada da fare prima di diventare uomini veri, uomini umani – Bruno Limone (Scarp de’ tenis, nov. 2017).