Un mondo nuovo

Una malattia genetica compromette


Matteo, di soli 9 anni, ha una disabilità che lo costringe in carrozzina perché una malattia genetica compromette la sua possibilità di autonomia motoria. Per questo dipende in tutto e per tutto dagli altri, ma ciò nonostante lui vuole aiutare il prossimo. Perciò si reca sempre a San Gregorio presso l’Istituto Salesiano Sacro Cuore, dove sono accolti tanti ragazzi bisognosi, arrivati da terre lontane, fuggiti dalla miseria e dalla guerra. Sono i minori stranieri non accompagnati. A San Gregorio sono più di 60 e arrivano per lo più dall’Africa. Non parlano l’italiano, ma con Matteo, che ha pure difficoltà linguistiche per la disabilità, c’è un’intesa fatta di sguardi, abbracci e bene reciproco. Matteo vuole andare sempre a trovarli, per aiutarli, ma riceve lui stesso aiuto e attenzione: è incredibile come questi ragazzi si prestino subito verso lui e le sue necessità, lo sappiano prendere dalla carrozzina per tenerlo in piedi. In questo istituto salesiano si avverte ciò che don Bosco diceva: ‹‹La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato››. Il bene che Matteo esprime è contagioso e ha fatto sì che, attraverso di lui, la sua mamma e a catena tanti amici e conoscenti si siano avvicinati come volontari. Ciò che rende speciale questo gruppo è Matteo, sempre presente, che si adopera al momento di apparecchiare la tavola proprio per mettersi a servizio, che intrattiene i ragazzi con la musica, gioca con loro in una perfetta integrazione reciproca. La mamma di Matteo mi ha scritto: ‹‹Dobbiamo a don Cristian l’aver saputo vedere in Matteo un dono ancora più speciale, l’avergli aperto le braccia accogliendolo in oratorio lo scorso anno e mettendolo nelle condizioni di servire sull’altare. Don Cristian è per noi espressione della bontà divina, della sua misericordia››. (C.F.S., FC n. 8 del 19 febbr. 2017).