Un mondo nuovo

Credo che sia inevitabile


DESIDERIO DEI MASCHI DI GIOCARE CON LE ARMI“Credo che sia inevitabile che i maschi crescendo si confrontino anche con l’esperienza della ‘guerra’, giochino a fare la lotta e simulino combattimenti in cui c’è la presenza di armi giocattolo. Appartiene alla cultura di genere, ma ancora più profondamente, credo che questo sia inscritto nella parte più arcaica del nostro cervello maschile. Nell’antichità l’uomo era obbligato a uscire dalla caverna, cacciare le prede feroci per portare alla prole e alla famiglia il cibo con cui sostentarsi. Da sempre i bambini quando si trovano insieme inscenano combattimenti e battaglie, costruiscono fionde e cercano di centrare un obiettivo, non con spirito violento e assassino, ma semplicemente per verificare la propria abilità nel prendere la mira e colpire un target. Detto questo, da qui ad avere figli che “a tempo pieno” hanno come unica esperienza di gioco e intrattenimento la violenza e la guerra… ce ne passa. Giustamente tu sei preoccupata per la pervasività con cui l’aggressività e la sopraffazione fisica e violenta compaiono in ogni esperienza di gioco, divertimento e intrattenimento dei nostri figli maschi. In effetti, in quest’ottica, la cosa presenta tutta un’altra problematicità. La ricerca afferma che quanto più i bambini e i ragazzi vedono e sperimentano la violenza, anche solo in esperienze virtuali e fittizie, tanto più svilupperanno un’attitudine positiva nei confronti della stessa, che viene considerata e valutata come uno strumento uguale a qualsiasi altro per gestire conflitti, risolvere problemi interpersonali e affermare il proprio valore e potere di fronte agli altri. Penso che ciò che serva non sia bandire le armi giocattolo, ma far sì che a fianco di qualcuna di esse i nostri figli possano sperimentare e giocare anche con molti altri strumenti e stimoli. Colori per disegnare, strumenti per suonare, palloni per fare sport, libri e film con storie centrate su vere narrazioni e su relazioni non violente: di tutto questo rendiamo ricca la vita dei nostri figli maschi” (Alberto Pellai, Medico, psicoterapeuta, FC n. 38 del 23 sett. 2018).