Un mondo nuovo

Siamo membra gli uni degli altri


2018, Chiara Giaccardi, Avvenire, 1 ott.Quanto è comodo, e ormai comune, dare ai bimbi piccoli lo smartphone perché si intrattengano da soli, e quanto è sbagliato! Fin da prima che riescano a parlare li addestriamo ormai a poter fare a meno della relazione – salvo poi lamentarcene quando crescono. Per questo il tema che papa Francesco propone per la 53esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, in programma il prossimo anno, pare quanto mai opportuno: «'Siamo membra gli uni degli altri' (Ef 4,25). Dalle community alle comunità». Intanto la frase di san Paolo illumina di luce nuova e quanto mai necessaria la scena sociale contemporanea, ossessionata da un’idea di uguaglianza come equivalenza. L’idea più astratta che ci sia, che l’immagine del corpo aiuta a confutare nel modo più concreto ed efficace possibile: il corpo è unità di diversità. Le membra, i tessuti, gli organi... tutto è estremamente differenziato, eppure così armoniosamente legato che se solo una piccolissima parte sta male tutto il corpo ne risente. La differenza è al servizio dell’unità e coopera attivamente alla totalità: se una gamba zoppica l’altra porta il peso. Né autonomia né supremazia, ma cooperazione e sostegno reciproco. In un mondo sociale in cui se non sei all’altezza delle performance richieste diventi scarto – e tutti prima o poi lo saremo – questa immagine è preziosa per riorientare il nostro sguardo sul mondo e gli altri. Comunione nella differenza è il contrario dell’individualismo competitivo e disumano, oltre che esternamente omologato, che ci circonda. È un 'noi' plurale, dove 'diverso' non vuol dire 'nemico' ma capace di portare qualcosa di unico e irrinunciabile al bene comune.