Un mondo nuovo

Prezzi degli occhiali


A proposito dei prezzi degli occhiali, di recente il Los Angeles Times ha intervistato E. Dean Butler, fondatore di LensCrafters, la più grande catena di rivenditori di occhiali negli Stati Uniti, che Luxottica comprò nel 1995. Secondo Butler, i prezzi imposti da Luxottica sono totalmente falsati, dato che una montatura di qualità, come potrebbe essere quella di un paio di occhiali firmati Prada, può arrivare a costare al produttore 15 dollari (circa 13 euro) mentre una singola lente circa 1,25 dollari (1,10 euro). Pagare fino a 800 dollari (circa 700 euro), come succede per alcuni occhiali negli Stati Uniti, secondo lui è «una completa fregatura»: il ricarico arriverebbe anche al 1.000 per cento.Il Los Angeles Times ha parlato anche con Charles Dahan, che era uno dei principali fornitori di LensCrafters con la sua azienda, la Custom Optical. Secondo Dahan, quando Luxottica rilevò LensCrafters aumentò la presenza dei marchi di occhiali di sua proprietà nei punti vendita, facendo crollare le vendite di Custom Optical, che nel 2001 ha dovuto chiudere. Ha rischiato di fare la stessa fine anche Oakley, un marchio di occhiali da sole molto popolare tra appassionati di sci e di sport motoristici, il cui principale rivenditore era Sunglass Hut, comprato da Luxottica nel 2001. Dopo l’acquisizione, per non rischiare di fare la fine di Custom Optical, Oakley è stata costretta a farsi comprare da Luxottica. «È così che sono riusciti ad ottenere il controllo di tanti marchi», ha detto Dahan. «Se non fai quello che vogliono loro, ti tagliano fuori». Va detto che le politiche di Luxottica sono quelle che hanno portato l’azienda a un successo e a un potere invidiato e ammirato in tutto il mondo, e a dare al suo fondatore Del Vecchio – insieme al suo carattere intraprendente e autoritario e alla sua formidabile storia di scalata sociale – uno status quasi leggendario nell’imprenditoria mondiale.Perché adesso Luxottica e Essilor litigano In seguito al consiglio di amministrazione del 18 marzo che avrebbe dovuto avviare le procedure per la scelta del nuovo amministratore delegato, Delfin ha diffuso una nota in cui ha detto di aver evidenziato «comportamenti di alcuni rappresentanti di Essilor che meriterebbero l’adozione immediata di misure appropriate da parte del Consiglio, poiché contrari al dovere di leale cooperazione e buona fede richiesto dall’Accordo di Combinazione del 2017 tra Essilor e Delfin».Successivamente, in un’intervista a Le Figaro, Del Vecchio ha spiegato che la sua irritazione sarebbe dovuta al fatto che Essilor avrebbe assunto quattro manager, tutti in posizioni chiave, senza che né lui né il consiglio di amministrazione ne venissero informati. Del Vecchio ha accusato in particolare Sagnières di aver rotto il patto firmato nel 2017: «Accetta solo quello che propone lui. […] Fin dalla prima assemblea generale del nuovo gruppo, il 29 novembre, si è comportato come se Essilor avesse rilevato Luxottica».Il giorno dopo l’intervista di Del Vecchio a Le Figaro, è arrivata la risposta di Sagnières, che ha parlato di accuse false da parte del fondatore di Luxottica, accusandolo a sua volta di aver cercato fin dalla prima assemblea del nuovo gruppo di imporre Milleri come nuovo amministratore della società per prendere il controllo del gruppo. «Nonostante le smentite», ha detto Sagnières a proposito di Del Vecchio, «un certo numero di sue mosse riflette di fatto un tentativo di prendere il controllo del nuovo gruppo, senza riconoscere alcun premio agli azionisti». Il confronto sembra attingere a due storie sostanzialmente diverse delle due aziende: più verticistica e competitiva quella italiana, più tradizionale e collettiva quella francese, con una estesa serie di ricadute sulle rispettive culture aziendali. (Il Post, 28 marzo 2019)