Un mondo nuovo

Aiutiamoli a crescere


Mio figlio ha 15 anni e ogni tanto mi chiede di andare  dormire a casa dei suoi amici. Non ho avuto problemi a permetterlo. Poi ho scoperto che spesso mancava la supervisione di un adulto, facevano stupidaggini come scherzi telefonici o guardavano materiali inappropriati nel Web. Mi è capitato a volte di sentirli quando sono insieme e sono rimasta colpita per la volgarità dei loro discorsi. Ridono di stupidaggini e di cose che, come donna, trovo molto offensive. Mio marito minimizza: dice che tutti i maschi, per diventare grandi, devono passare attraverso questa fase. Come mamma e come donna mi sento delusa. Anche un po’ disgustata. Dove abbiamo sbagliato? E gli altri genitori non sono preoccupati? – Antonella.Cara Antonella, preadolescenti e giovani adolescenti vogliono esplorare spazi di autonomia e libertà. Vogliono sentirsi liberi di fare, di andare, di gestire tempi ed esperienze in cui la supervisione degli adulti non ponga limiti, regole, confini. Invece, come racconti tu, può essere necessario mettere paletti a questo bisogno di autonomia, quando viene gestito senza che vi siano ancora le competenze per saperne fare buon uso. È un equilibrio complesso e dinamico, in costante divenire, quello che solo noi adulti dobbiamo costruire di fronte ai ragazzi che, crescendo, pretendono di mettersi alla prova. Quando un ragazzo chiede di stare a dormire da amici nel weekend, non sta chiedendo una cosa sbagliata. La sua richiesta può trasformarsi però in un boomerang se l’esperienza diventa semplicemente un’occasione per fare stupidaggini in compagnia. Per questo, è sempre importante verificare che ci sia la presenza di (bravi) adulti per garantire una buona supervisione educativa, definire limiti e regole, evitare che i ragazzi, lasciati a sé stessi, trasformino un momento di autonomia in una situazione di “sballo” o di “svacco”. Hai fatto bene a limitare questi permessi. Non aver timore a intervenire con lui e i suoi amici quando ti senti colpita, se non addirittura offesa, dal modo in cui parlano delle donne e della sessualità. È davvero un peccato che tuo marito non senta che spetta ai padri aiutare i figli maschi ad allontanarsi da stereotipi di genere che trasformano il mondo femminile e la sessualità, all’interno delle conversazioni, in materiale per battute grevi e banali. Leggi insieme agli uomini di casa tua: La mia parola contro la sua (Harper Collins) scritto da P. De Nicola, una magistrata che aiuta il lettore a riflettere sui danni associati agli stereotipi di genere e che vuole aiutare uomini e donne a viversi a fianco con amore e valore, elementi di cui a casa tua c’è molto bisogno (Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, FC n. 15 del 14 aprile 2019).