Un mondo nuovo

Bambina di strada


Liliam A., menina de rua, bambina di strada fin dall’età di 6 anni, in una favela di Recife, Nordest del Brasile. Alle spalle, una madre che l’abbandona, un padre sempre in giro per lavoro, i nonni e gli zii che non si curano di lei, nemmeno quando sparisce per giorni interi senza farsi viva. Così, per Liliam, sola e allo sbando, diventa normale “vivere” l’anima nera della sua città, cadendo nei meandri della droga, della prostituzione, dello squallido mercato del turismo sessuale.Rapita, si ritrova in una “casa degli orrori”, dove bambine e bambini anche piccolissimi vengono tenuti segregati, seviziati con disumana ferocia, ridotti a schiavi sessuali di uomini crudeli e perversi. Molte bambine, dopo abusi di inaudita brutalità, muoiono.Liliam riesce a fuggire. Sequestrata di nuovo, si ritrova intrappolata nel traffico delle minori per sfruttamento sessuale e viene spedita in Europa, mentre altre bambine vengono destinate al traffico degli organi. Approdata in Germania, incontra l‘amore, tra enormi difficoltà e sofferenze riesce a riprendere in mano la sua vita e ricominciare.Ma è in Italia, a Torino, che Liliam corona il suo sogno: voltare pagina e diventare una brava realizzatrice di torte, proprio come Isabela, la pasticcera di Recife che anni prima l’aveva aiutata, donandole fiducia e affetto.Oggi, Liliam, 38 anni, è sposata, ha 5 figli (dai 25 ai 9 anni), è un’affermata cake designer e tiene corsi di pasticceria artistica. Nel 2013 ha vinto il Moneygram award, il Premio  per l’imprenditoria giovanile straniera in Italia.Ha raccontato la sua storia, dall’inferno della schiavitù sessuale al riscatto, in un libro, I girasoli di Liliam (Fefè editore), scritto da Teresa Giulia Canone, 63 anni, dottoressa in Psicologia. ‹‹Liliam desiderava che la sua sofferenza non rimanesse vana››, spiega la Canone, ‹‹che diventasse un messaggio positivo e di speranza per le persone. Diceva sempre se ce l’ho fatta io, possono farcela anche gli altri››. Si tratta di un libro molto duro… La denuncia di un fenomeno diffuso in Brasile e in tanti paesi del mondo…Ripercorrere il suo vissuto, dice Liliam, ‹‹è stata una grande sofferenza: raccontare significa rivivere, ma per me è stata anche una liberazione. Per tanti anni ho provato un profondo senso di colpa, come se quello che mi era accaduto fosse stato causato da me. Ma più raccontavo, più capivo che dovevo lasciar scorrere via tutto››.La scoperta di Cristo ha permesso a Liliam di perdonare se stessa e coloro che le hanno fatto del male. ‹‹Sono devota a santa Rita da Cascia, e affidarmi alla preghiera mi dona conforto e mi dà la forza per aiutare gli altri››. in Brasile ‹‹ho rivisto mia madre a Rio, sono tornata nella favela di Recife, ma ci sono entrata a piedi nudi, come quando me ne sono andata da bambina››. Ora sta lavorando per creare una ong in Brasile per aiutare le donne in difficoltà. ‹‹Ho ancora tante cose da realizzare, ma oggi sono felice, perché sono libera›› (FC n. 23 del 9 giugno 2019).