Un mondo nuovo

Preparare i ragazzi


Preparare i vostri ragazzi all’ingresso nel lavoro e nella società è un impegno che parte da lontano.Sono gli stessi esperti che ci dicono quali sono le caratteristiche che, indipendentemente dalla formazione che un ragazzo riceve a scuola, vanno coltivate in vista del futuro. Soprattutto se si pensa che non sappiamo ancora quali saranno le posizioni lavorative più importanti tra 10 o 20 anni, quando i vostri figli saranno nel pieno della loro vita professionale. Per questo non si tratta solo di avere le competenze specifiche che si ottengono con lo studio, ma di essere in possesso di alcune qualità trasversali, che riguardano cioè qualsiasi posizione lavorativa. Per esempio, una certa autonomia negli impegni, la precisione e l’attenzione ai dettagli, la capacità di lavorare in gruppo e di mantenere buone relazioni con le persone, oppure la resistenza allo stress, cioè la capacità di “tenere duro”, reagendo ai momenti di tensione senza scaricare sugli altri le proprie responsabilità. Sono solo alcune delle cosiddette soft skills, cioè competenze non specifiche, contrapposte alle conoscenze più tecniche e specialistiche, che si possono trovare elencate in diversi siti internet. Spesso sono queste abilità che possono convincere un datore di lavoro ad assumere un giovane che dimostri di possederne. Nessuno è perfetto, ovviamente, e non tutti possono esercitare queste competenze di personalità in modo completo e al massimo grado.Tuttavia, vale la pena di rifletterci. Uno strumento utile è il Rapporto Giovani 2019 curato da Alessandro Rosina per l’Istituto Toniolo, pubblicato ai primi di maggio dall’editore il Mulino. Tra i diversi contributi di carattere sociologico, sono particolarmente interessanti quelli sui Neet (ragazzi dai 18 anni in su che non sono impegnati né nel lavoro né in attività di formazione). In uno di questi, si segnala che per uscire da questa condizione di inattività risulta utile svolgere opere di volontariato, che consentono ai ragazzi di sviluppare le soft skills di cui si è parlato, e di inserirsi in reti sociali più ampie, utili per riprendere lo studio o trovare un lavoro. Non va dimenticato poi che l’impegno nel volontariato, così come le esperienze di animazione in oratorio o di capo nello scoutismo, sono tenuti in buona considerazione dai professionisti chiamati a vagliare i curricola per entrare nel mondo del lavoro. (Fabrizio Fantoni, Psicologo e psicoterapeuta, FC n. 23 del 9 giugno 2019).